In memora del “Papa polacco”
Dopo la stagione 2004, era ormai chiaro a tutti che la Ferrari disponeva di un vantaggio disarmante.
Per dare nuova linfa e interesse al campionato, la federazione decise di varare un pacchetto di modifiche regolamentari che avrebbero dovuto scompigliare le carte e far nascere nuovi protagonisti.
La prima vera modifica regolamentare, quella volta a creare incertezza, fu di vietare i cambi gomme mentre la modifica al format delle qualifiche su due manche fu solo un escamotage per rendere più incerta la formazione della griglia di partenza.
Le prime due gare sembreranno dare ragione alla federazione. A vincere è la Renault che, forte delle gomme Michelin e di un pilota di sicuro avvenire come Alonso, si candida di diritto al successo finale.
E la Ferrari?
Sparita dalle posizione che contano, l’exploit di Barichello in Australia non fa testo, la Scuderia emiliana non fatica a capire che la Bridgestone non riesce a fornirgli coperture in grado di reggere un gran premio e gli stessi piloti si rendono conto di essere impotenti nei confronti della concorrenza.
Per il terzo Gran Premio della stagione in Bahrain, la rossa rompe gli indugi e porta al debutto la macchina nuova. Solo con Schumacher però e nelle mani del tedesco un raggio di sole sembra apparire dalle parti di Maranello.
Infatti il tedesco e costantemente nelle posizioni di vertice ed è l’unico che riesce tenere testa a Fernando Alonso.
Mentre in Bahrain sono in corso le prove in Europa c’è trepidazione per la salute del Papa polacco.
Giovanni Paolo II, malato da tempo, sta rapidamente peggiorando ed è ormai chiaro che la fine è solo questione di tempo se non attimi.
Finite le qualifiche dove la Ferrari riesce a strappare il secondo tempo e presentarsi come l’unica avversaria per la Renault, dall’Italia le notizie si accavallano fino a quella fatale, aspettata ma sempre scioccante: il Papa polacco è tornato alla casa del padre.
Tutto il mondo è sotto shock, la Ferrari, da sempre devota al pontefice, decide di listarsi al lutto dipingendo di nero il musetto.
La notizia fa passare in secondo piano qualsiasi cosa, il Gran Premio prende il via in un atmosfera surreale, Alonso e Schumacher si sfidano fino al tredicesimo giro, quando la Ferrari si ammutolisce lungo la striscia d’asfalto.
Alonso in testa continua senza problemi anche dopo il pit stop. La battaglia di centro gruppo vede scontrarsi un demotivato Barrichello con De la rosa, al volante della McLaren al posto dell’infortunato Montoya.
Nelle fasi finali la Ferrari di Barrichello perde terreno fino ad uscire dalla zona punti mentre Trulli e Raikkonen, che voci di corridoio sembra lo vogliono a Maranello nel 2006, consolidano le loro posizioni alle spalle del vincitore Alonso.
Il Gran Premio del Bahrain più che un evento sportivo verrà ricordato per la scomparsa del Papa polacco figura di riferimento nel mondo ed insostituibile pastore.