Jacky Ickx: pierino il terribile non ha difetti
La Formula 1 si è sempre caratterizzata da piloti che, grazie alla loro classe e alle loro vetture, hanno dominato la categoria. A farli ancora più grandi sono i piloti che hanno battuto e che la categoria ricorda come ” i re senza corona”.
Uno di questi re è senz’altro Jacky Ickx. Il belga non ha brillato per il numero di vittorie, solo otto, ma per il incredibile talento che, sposato a una macchina adatta e fortunata gli avrebbe permesso di conquistare il massimo titolo della categoria più ambita.
Ickx nasce a Bruxelles e, nonostante una grande amicizia con il cannibale del ciclismo Eddy Merckx che lo porta a inforcare le bici da corsa, sente il richiamo dei motori e se ne innamora.
L’automobilismo somiglia più a un arena sanguinosa che a uno sport e solo i grandi campione riescono ad emergere, questo aspetto, seppur cruento, affascina il giovane belga che si mette subito il luce per grinta e ardimento.
Nel 67 il belga vince il campionato di Formula 2 e si ritrova spesso a gareggiare con dei campioni titolati della Formula 1 che rimangono colpiti dalla classe del belga.
Tenuto d’occhio dai piè importanti direttore sportivi, a sorpresa il belga riceve la chiamata della vita: Enzo Ferrari lo vuole a Maranello. Il Drake è stanco delle sfortune di Amon, pilota fortissimo ma perseguitato da una sfortuna che non lo ha mai fatto decollare nell’olimpo dei grandi.
Accasatosi a Maranello, il belga fatica ad adattarsi alle macchine italiane fino in Belgio, su uno dei circuiti più belli e pericolosi del mondiale, Ickx è in prima fila e in gara ottenne un ottimo terzo posto.
Nella gara successiva a Rouen, il belga fece anche meglio.
Con la sua Ferrari 312 sotto il diluvio, Ickx da il meglio. La pioggia mette in evidenza le sue eccezionali doti di guida infatti stacca tutti percorrendo traiettorie inusuali ma efficaci tanto che Surtees, ex campione del mondo, viene staccato di oltre due minuti. Purtroppo la gara francese è ricordata anche per la morte di Jo Schlesser
pilota francese annegato nelle retrovie. Lo sfortunato francese verrà ricordato dalla Ligier, anteponendo le iniziali del francese a tutte le macchine da corse prodotte.
Ickx, fino all’arrivo di Leclerc, è stato il ferrarista vincente più giovane ma anche il primo pilota che alla sua quinta gara era già in lotta per il campionato.
In Canada in un uscita di pista si rompe una gamba. Deve saltare due gare e accontentarsi del quarto posto finale in classifica generale.
Il belga, oltre che per la classe eccelsa, è famoso per le interperanze caratteriali. Dopo una lite con Ferrari sull’ opportunità di gareggiare nel mondiale prototipi, lascia la squadra e va a correre per la Brabham.
Con la stagione 70 alle porte Agnelli, che è molto amico del padre di Ickx, fa pressioni sul Drake affinché il ragazzo, per la verità un po’ turbolento, torni al volante delle sue macchine.
Dopo molte insistenze e altrettante resistenze, Ickx si cala nell’abitacolo della Ferrari 312b, la nuova rivoluzionaria macchina da corsa dotata dell’inedito motore a cilindri contrapposti, detto boxer. che animerà le rosse fino al 1980.
In apertura di stagione la macchina si rivela velocissima ma poco affidabile, infatti la Lotus 72 di Rindt domina la prima parte della stagione.
Dopo una serie di estenuanti prove, la Ferrari trova il bandolo della matassa e in Germania Ickx è secondo e in Austria va a raccogliere quella vittoria che era attesa da inizio anno. Rinvigorito dai risultati la Ferrari e Ickx si preparano al meglio per il Gran Premio d’Italia a Monza. La squadra intende attaccare il primato della Lotus proprio in Italia. Sul circuito brianzolo la dama in nero ha dato appuntamento a Rindt che, durante le qualifiche, va a sbattere uscendo di pista alla parabolica morendo sul colpo. L’unico che può ancora vincere il titolo è il belga. In Canada vince e nonostante le vittorie e i piazzamenti, il destino regala al compianto austriaco l’unico titolo postumo della F1
Nel 1971 tutti danno la Ferrari e il belga favoriti, ma l affidabilità delle macchine relega Ickx al quarto posto finale. Il ’72, purtroppo, ricalca l’anno precedente. Un solo acuto al Ring vale la classe del pilota che nelle interviste di rito si definisce “senza difetti“.
Inaspettatamente il declino del belga arriva senza che la parabola della sua carriera abbia raggiunto l’apogeo. Piombata in una crisi tecnica senza precedenti, lascia la Ferrari e si accasa alla Lotus ma fatica a tenere il passo di Emerson Fittipaldi e Peterson.
Ormai è chiaro che la storia d’amore tra il belga e la F1 è ormai arrivata al tramonto. Nel 1979 viene chiamato da Ligier per sostituire l infortunato Patrick Depailler ma il belga non riesce ad adattarsi alle macchine con le minigonne e si ritira definitivamente dalla massima formula.
Nel secondo tempo della sua vita professionale Ickx si dedicherà alle macchine di durata. Sulle macchine a ruote coperte riesce a vincere 6 volte la 24 ore di Le Mans e due volte il campionato del mondo.
Non contento dei trionfi in pista decide di darsi ai raid vincendo nel 1983 la Parigi Dakar.
In Belgio è un autentica celebrità e tutt’ora è impegnato in campagne benefiche per l’Africa vivendo senza nessun rimpianto per quel titolo sfuggito nella massima formula.