Jacques Villeneuve, non solo un “figlio d’arte”
Una passione ereditata dal padre
Figlio del leggendario Gilles, uno dei piloti più stimati nella storia dell’automobilismo mondiale, Jacques Joseph Charles Villeneuve nacque il 9 aprile 1971 a Saint-Jean-sur-Richelieu, Québec, Canada. Cresciuto nel segno della velocità, fin da piccolo suo padre lo portò con sé a presenziare alle più svariate competizioni su quattro ruote, tant’è che il più grande sogno del piccolo Jacques fu sempre quello di fare il pilota. Possibilmente, alla guida della Rossa.
Nonostante la tragica morte del padre, rimasto ucciso in una spaventosa collisione durante le qualifiche del GP del Belgio del 1982, la passione dell’allora undicenne Jaques rimase immutata. Nonostante il parere contrario della madre Joann e solo dopo aver conseguito un’ottima votazione nella sua materia più odiata (la matematica), gli fu permesso di correre per la prima volta in kart.
«In quel momento ho sentito che avrei dovuto gestire da solo la mia vita. Questo mi ha dato una grande determinazione che mi ha fatto crescere e mi ha dato la forza di superare i tanti ostacoli di una carriera difficile.»
Per il giovane Jacques, così come per qualsiasi figlio d’arte, non fu semplice confrontarsi con il fantasma del padre, pilota tanto amato per la sua guida tanto rischiosa, quanto spericolata. Ma, con il passare del tempo, il giovane Jacques si creò una propria immagine e si ritagliò uno spazio, più che meritato, all’interno della scena automobilistica.
Gli esordi
Debuttò nel 1986, a soli quindici anni, in Formula Ford. Nel 1988, dopo aver preso parte a diverse gare in Canada, partecipò al Campionato Alfa, in Italia. Una curiosità: Jacques era molto minuto e la sua auto venne modificata per permettergli di adattarsi meglio alla sua figura.
Per il triennio 1989- 1991 gareggiò nel campionato di Formula 3 e nel 1992 prese parte al campionato giapponese, terminando secondo.
Passò successivamente alla formula Indy, esperienza culminata con la storica vittoria a Indianapolis, a soli ventiquattro anni.
La Formula uno
Il coronamento del sogno di una vita, il debutto in Formula 1, avvenne nel 1996 alla guida della Williams, dopo essersi misurato in lunghi test invernali che gli permisero di entrare più in sintonia con la monoposto. In quella stagione riuscì a salire sul gradino più alto del podio in ben tre occasioni.
La stagione 1997 vide la sua definitiva esplosione alla guida. Conquistò il titolo di Campione del Mondo davanti a Micheal Schumacher (imponendosi in ben dieci GP su diciassette previsti in calendario), dopo il testa a testa conclusosi con lo speronamento del pilota tedesco nella gara decisiva a Jerez de la Frontera.
“Michael era convinto che gli altri non potessero sorpassarlo, si sentiva il più forte. Dovetti agire d’astuzia: dopo il pit-stop avevo le gomme più fresche di lui perché ero entrato dopo. Sapevo che quello sarebbe stato il solo momento per passarlo. Allora l’ho tratto in inganno: non gli sono stato troppo vicino perché non si insospettisse. Sapevo dove avrei potuto attaccarlo e ho fatto la curva precedente tanto forte da rischiare di uscire. Quando gli sono arrivato addosso lui non se lo aspettava. Sono passato.»
Le stagioni 1998-1999 furono magre di successi per il Campione del Mondo, che passò da una non più tanto competitiva Williams, ad una ancora più deludente BAR (squadra creata dell’amico manager Craig Pollock).
Il 2000 si rivelò più proficuo per la BAR e Villeneuve si è classificò settimo con diciassette punti nel campionato piloti, la stagione successiva si dimostrò altrettanto scevra di successi, se non per i due podi conquistati in Spagna e Germania.
Dopo una serie di discussioni, anche piuttosto accese, che compromisero la sua permanenza nel team, nel 2004 si ritrovò senza sedile. A settembre venne però reso ufficiale il suo rientro nella massima serie: dopo il licenziamento di Jarno Trulli dalla Renault, Briatore contattò il canadese offrendogli la possibilità di disputare gli ultimi tre Gran Premi dell’anno. Contemporaneamente la Sauber diffuse un comunicato in cui rese noto il suo ingaggio con un contratto biennale.
Nel 2006 la scuderia prese il nome di BMW Sauber. A metà stagione, Villeneuve fu coinvolto in un serio incidente all‘Hockenheimring durante il GP di Germania. La scuderia tedesca colse l’occasione per sostituirlo con il giovane collaudatore polacco Robert Kubica.
Gli ultimi anni
Dopo la partecipazione a Le Mans nel 2007 e al campionato Nascar nel 2008, Villeneuve nel 2010 sigla una partnership con il team italiano Durango, che si propose come tredicesimo team sulla griglia di partenza 2011 della Formula 1. La Federazione Internazionale dell’Automobile rifiutò però l’iscrizione della scuderia al Campionato del Mondo.
Nell’ agosto 2015, dopo aver eseguito alcuni test sul circuito Paul Ricard venne annunciata la partecipazione di Villeneuve al mondiale di Formula E con il Team Venturi. Nonostante l’iniziale entusiasmo del pilota canadese la sua carriera nella categoria durò appena tre gare.