Jean Pierre Jarier un centauro in Formula 1
Il transalpino motociclista, erede di Cevert, pilota automobilistico e vincitore delle gare endurance. La fortuna non era di casa!
Jean Pierre Jarier nato a Charenton-le-Pont il 10 Luglio del 1946, è stato un pilota tenace ma grezzo. Uno di quei piloti sognatori. Cosa gli è mancato? Solo la fortuna.
Jean-Pierre Jarier classe 1946. Non ha mai vinto una gara. Oltre alle vetture a ruote scoperte, il francese è stato anche un pilota di auto sportive di successo, partecipando quindici volte alla 24 Ore di Le Mans senza mai vincerla e raggiungendo il podio assoluto nel 1977, insieme a Vern Schuppan. Facciamo dunque un tuffo nel passato e riscopriamo la vita agonistica.
Il debutto nel 1967 dopo aver partecipato alle corse in moto, decise di passare alle quattro ruote dopo aver fatto una promessa a sua madre e si presentò alla coppa Gordini a 21 anni. La sua vettura una berlina Renault Eight, comprata vendendo l’auto di famiglia, gli permise di assaggiare il mondo dell’automobilismo. L’anno successivo raccoglie i primi frutti; arrivando a podio in alcune gare riuscì a farsi notare da Jean-Pierre Beltoise – anche lui pilota di moto – e decise di portarlo a provare una monoposto. Arrivano i primi risultati importanti nella categoria Formula Francia ( oggi chiamata Formula Renault ndr) i risultati ottenuti gli aprirono la strada per passare di categoria e approdare in Formula 3.
Il 1970 per lui è stato l’anno della consacrazione; al Circuit de Albi, ultima gara della stagione, riuscì ad afferrare la vittoria e quindi ad aggiudicarsi il campionato. Il suo talento, grezzo ed irruento, lo portò a farsi conoscere anche in altri campionati ma il suo stile di guida, sempre hard, non era ben visto.
Il raggiungimento della vetta, la Formula 2, i problemi finanziari e la timidezza della dea bendata
I progressi di Jean- Pierre Jarier sono stati rapidi; Nel 1971 ha corso nel Campionato Europeo di Formula 2 e ha ottenuto due podi con il team Shell-Arnold. Nello stesso anno arriva il debutto in F1 a bordo di una March 701-Ford. Il contratto con la March (team satellite) prevedeva solo alcune gare ma il team si trovò appiedato da Chris Amon, viste le condizioni economiche del team inglese non ebbero altra scelta che confermare Jean Pierre Jarier per l’intera stagione.
La March aveva grossi problemi finanziari legati al doppio impegno ( F1 e F2 ) e questo non concedeva spazi a sviluppi fondamentali per progredire. Per quanto il francese dominava nella categoria di contorno, in F1 la stagione fu deludente. A Monaco ed al Paul Richard ci furono le uniche gara di rilievo. Nonostante le difficoltà rimase con la March anche nel 1972 ma venne abbandonato a metà stagione.
Jarier fu ingaggiato dal team March Engineering nel 1973 ( team ufficiale ndr ) per correre sia in F1 che in F2. Mentre la sua prima stagione in Formula 1 si concluse in modo inglorioso, in F2 fu brillante. Jean-Pierre Jarier vinse otto gare e divento campione. Le sue prestazioni non passarono inosservate e arrivò la chiamata da Ferrari. Di solito le favole anno un lieto fine ma, come già detto, la dea bendata con lui era molto timida e anche in questo caso il suo sguardo non si posò sul francese: Quell’anno ci fu un interesse da parte del Drake ma l’ingaggio con saltò! Cosa è successo? La March si indebitò ancor di più impedendo a Jean-Pierre Jarier di partire per l’Italia e fece saltare l’accordo con Ferrari facendo valere il contratto.
Uno spiraglio di luce infondo al tunnel, è l’anno buono?
Il 1974 firma con Shadow e assaporò il successo nella massima categoria. Si classificò 3° al Gran Premio di Monaco del 1975 e ottenne la sua prima pole-position al Gran Premio inaugurale.
Cosa ho detto poco fa riguardo la fortuna? Al via noie meccaniche non gli permisero di partire fermandosi al giro di formazione. In Brasile una brutta partenza gli fece perdere la testa della corsa ma dopo poche tornate riuscì a tornare primo facendo il giro veloce in gara. Ancora una volta però deve rinunciare alla vittoria; a sette giri dal termine l’alimentazione decide di abbandonarlo. Il 1976 proseguì l’avventura Shadow ma non andò oltre il sesto posto e non portò punti in classifica. Una prestazione timida a Long Beach fece sperare in qualcosa di più per ripristinare il morale, ma fu una gara a se. Una vettura orrenda sia estetica che meccanica.
Nel 1977 trovò un sedile con il team ATS che debuttò, a stagione iniziata, nel Gran Premio degli Stati Uniti-Ovest schierando la Penske PC4, vettura dell’anno precedente rispetto al team ufficiale Penske. All’esordio Jean-Pierre Jarier arrivò sesto, ma poi non ottenne altri risultati a punti. Le ultime tre gare extra-europee la ATS non partecipò, riuscì comunque a correre uno di questi Gran Premi con la Shadow in sostituzione di Riccardo Patrese impegnato in Formula 2 e infine la Ligier schierò per la prima volta una seconda vettura, ma in entrambi i casi senza risultati di rilievo. Proseguì con la ATS anche nel 1978, dopo aver costruito una vettura per correre tentò la fortuna ma non ottenne risultati. Neanche il Gran Premio di casa lo aiutò nell’impresa, l’accanimento della sfortuna non gli permise neanche di partire e a fine stagione ATS decise di concludere la collaborazione con il francese.
A fine stagione sarà il genio Colin Chapman a chiamarlo per guidare la Lotus al posto di Ronnie Peterson deceduto al Gran Premio d’Italia, Jean-Pierre Jarier al Gran Premio degli Stati Uniti-Est iniziò male per problemi di gomme, un rapido pit-stop per la sostituzione e cominciò una rimonta che lo portò fino al terzo posto che gli permise di ottenere il giro più veloce, la gara fu però compromessa a quattro giri dalla fine; Il carburante non era sufficiente a terminare la corsa e rimase a piedi. Per non farsi mancare nulla nell’ultimo appuntamento del mondiale la sua vettura rimase senza olio nel pedale del freno. Altro ritiro dopo una gara da podio. Chissà se avesse corso con Alesi, in quanto a sfortuna sarebbe stato un duello alla pari.
Franco Lini osservò: “O con la Lotus attuale tutti sono campioni o Jarier è un fuoriclasse e nessuno se ne è accorto“.
Anche Ken Tyrrell decise di dargli un’opportunità ma anche con la Tyrrell i risultati non furono quelli sperati.
Nei due anni seguenti corse per la Tyrrell; il primo anno ottenne due terzi posti come miglior piazzamento, mentre il secondo solo tre quinti posti, in questa seconda stagione a Monaco fu protagonista involontariamente di uno spettacolare incidente, innescato dal compagno di squadra Derek Daly e che coinvolse altre due vetture alla Sainte Devote subito dopo la partenza, fino allo sgombero delle vetture la pista rimase ostruita impedendo agli altri concorrenti di passare mentre i primi sei che erano già passati presero margine. E anche questa gara fu da dimenticare.
Nel 1981 partecipò ai primi due Gran Premi con la Ligier in sostituzione di Jean-Pierre Jabouille infortunato a causa di un incidente al Gran Premio del Canada della stagione precedente, poi trovò un volante alla scuderia Osella a partire dal Gran Premio di Gran Bretagna. Nel 1982 continuò con l’Osella e ottenne il miglior risultato di sempre per la scuderia: Il quarto posto al Gran Premio di San Marino, anche se favorito dalla defezione della maggior parte dei team inglesi.
L’ultima stagione, il 1983, la fece al volante della Ligier senza ottenere piazzamenti nei primi sei. La tenacia del francese, ormai demolita dalla costante sfortuna e di vetture non affidabili, gli unici momenti di gloria furono gli ostacoli in fase di doppiaggio, ogni manovra era volta al impedire il doppiaggio ma la disparità prevaleva sempre. I quei anni non erano previste sanzioni e le bandiere blu erano un avvertimento per chi stava per essere doppiato, ma non un obbligo a lasciar passare i primi, questo comportamento di Jarier però penalizzava ingiustamente alcuni piloti, al Gran Premio d’Austria 1983 fece perdere due posizioni a Patrick Tambay che era in testa alla corsa.
Jean-Pierre Jarier potrei paragonarti al tuo connazionale Jean Alesi per sfortuna e tenacia. Forse. Forse perché tu lo sei stato molto di più! Hai vinto con la Matra MS670C la 1000 km di Spa con Jacky Ickx, con Jean-Pierre Beltoise la 1000 km del Nürburgring, la 6 ore di Watkins Glen, la 1000 km di Brands Hatch e la 1000 km di Le Castellet. Nel 1977 sei riuscito a vincere il mondiale con l’Alfa Romeo al volante della Tipo 33 vincendo le 500 km di Digione e Le Castellet con Arturo Merzario. Hai vinto la 24 Ore di Spa del 1993 con Bob Wollek e Jésus Pareja al volante di una Porsche 911, ma la 24H di Le Mans non ti è mai riuscita. Una vita agonistica davvero sfortunata, in parte ricordi Andrea De Cesaris. Forse la tua strada erano le endurance, peccato averlo capito troppo tardi.
How things change. Jean Pierre Jarrier appears to have picked himself up a new sponsor! pic.twitter.com/syHXM7FBBT
— Retro Racing Company (@RetroRacingCo) November 26, 2014