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Juan Manuel Fangio: quando il pilota è solo un componente

Juan Manuel Fangio, il ricordo di una delle prime vere "star" dell'automobilismo, quando ancora non c'era la televisione

Juan Manuel Fangio era considerato uno dei piloti più completi degli anni 50: stimato e temuto da tutti i colleghi del tempo. Soprannominato El Chueco, l’asso italo-argentino disputò 52 corse, vincendone 24 e andando sul podio per 35. Durante le qualifiche ottenne 29 pole position partendo dalla prima fila per 48 volte. Il suo record di 5 titoli mondiali durò per 48 anni fino all’arrivo di Michael Schumacher nel 2003 e Lewis Hamilton nel 2018.

Le prime gare

Nato il 24 giugno 1911 a Balcarce in Argentina da genitori di origini abruzzesi, Fangio iniziò facendo il meccanico dove preparava le sue vetture che partecipavano a vere e proprie maratone stradali, le “Carreteras” nella sua terra di origine, l’Argentina. Erano gare dure e fisicamente molto stancanti, ma l’argentino si fece subito notare per la sua tattica ed intelligenza. Purtroppo erano delle competizioni massacranti dove i piloti morivano con molta facilità.

Ma la morte del suo caro amico e copilota Daniel Urrutia non fece demordere l’argertino, mentre l’Europa cominciava ad annusare il talento del pilota argentino.
I primi successi europei arrivarono nel 1949, dove vinse diverse gare. Ma il vero successo che fece scalpore fu la vittoria a Monza, dove approfittò di un guasto meccanico ad Alberto Ascari in Formula 2.

Il debutto in Europa e il primo mondiale

Nel 1950 il passaggio alla casa milanese dell’Alfa Romeo, anno in cui la Formula 1 ufficiale iniziò la sua storia. Il debutto a Silverstone non fu promettente, visto il ritiro al giro numero 62 per una perdita d’olio. Ma la competizione con il suo compagno di squadra Nino Farina fu l’anticipazione del mondiale. A Monaco vinse la sua prima gara partendo dalla pole position  avendo la meglio sui compagni di squadra a causa di un incidente che coinvolse 9 vetture. Fangio accusò Farina accendendo una vera competizione tra i due.

Le vittorie in Belgio e Francia, non furono abbastanza per vincere il campionato ed avere la meglio proprio su Nino Farina, primo campione del mondo di Formula 1 con la Alfa Romeo 158.
L’anno successivo, le tre vittorie in Svizzera, Francia e Spagna e i due secondi posti a Silverstone e al Nürburgring regalarono il primo mondiale di Formula 1 all’argentino, davanti ad Alberto Ascari.

Un anno difficile

Il 1952 fu un anno complicato: Alfa Romeo decise di abbandonare le competizioni mentre Fangio rimase vittima di un brutto incidente a Monza Si racconta che Fangio era  a Belfast per una gara e che perdette la coincidenza per arrivare in Italia. Arrivò circa un’ora prima dell’inizio della corsa dopo aver guidato tutta la notte da Parigi. Partendo dal fondo dello schieramento tentò il tutto per tutto ma commise uno dei suoi rari errori e perse il controllo della sua Maserati uscendo alla  prima curva di Lesmo  dove finì in un cumulo di terra, capovolgendosi e sbalzando fuori dall’abitacolo.

Per diverse ore si temette per la sua vita, ma Fangio ne uscì con una vertebra cervicale fratturata e non pochi lividi. L’incidente fermò per diversi mesi il pilota argentino.

Gp Gran Bretagna 1953 Maserati Jose Froilan Gonzalez e Fangio
Gp Gran Bretagna 1953 Maserati Jose Froilan Gonzalez e Fangio

Nel 1953 si rimise firmando un contratto con la Maserati. Alla guida della A6GCM, inizialmente ebbe sono dei bei grattacapi con tre ritiri di fila. Ma arrivarono anche dei bei piazzamenti alla Mille Miglia e alla Targa Florio dove ottenne  l’ennesimo podio.

Poi in Francia la svolta, con un secondo posto replicato anche in Inghilterra e Germania. La vittoria a Monza nel gran premio d’Italia, rilanciò Fangio verso vetta della classifica. Arrivò secondo dietro ad Alberto Ascari.

Il secondo mondiale

Il 1954 vide delle importanti novità dal punto di vista regolamentare, infatti il titolo mondiale Piloti sarebbe nuovamente stato assegnato secondo le regolamentazioni della Formula 1. Fangio decise di abbracciare il progetto Mercedes, ma le frecce d’argento non erano ancora pronte per disputare il campionato. Così il pilota argentino, per non perdere punti, riuscì ad ottenere una clausola per correre con la nuova Maserati 250F e ottenne due vittorie: una davanti al proprio pubblico e l’altra in Belgio.
Nel terzo appuntamento della stagione, debuttò finalmente con la nuova W196. La Mercedes aveva progettato una vettura estremamente aerodinamica e le prestazioni non mancarono. Fangio vinse con la vettura tedesca le  4 gare successive e con il terzo posto in Spagna diventò campione del mondo per la seconda volta.

Il secondo e terzo mondiale di Juan Manuel Fangio

La stagione automobilistica 1955 si aprì  con il gran premio d’Argentina. Fu una gara caldissima dove il caldo torrido costrinse molti piloti ad effettuare diverse soste ai box. Ma Fangio proseguì senza badare alle proibitive condizioni e vinse per la seconda volta di fila la corsa di casa. Nella gara successiva a Monte Carlo, Fangio fu costretto al ritiro, ma la gara vide nel milanese Ascari, con la  Lancia D50 la nuova antagonista al dominio Mercedes. Anche se in quell’occasione Ascari finì la sua corsa nelle acque del porto mentre si trovava al comando. Solo qualche giorno più tardi Alberto Ascari perse la vita a Monza durante un test.

Il pauroso incidente e la morte del rivale ed amico italiano, segnò molto l’animo del pilota argentino. In Belgio la Scuderia Lancia non partecipò ufficialmente ma supportò Eugenio Castellotti che ottenne la pole proprio davanti a Fangio. Ma in gara l’argentino prese subito la testa della corsa vincendo davanti al compagno di squadra Stirling Moss. Poi le vittorie in Olanda e Italia regalarono il terzo mondiale a Fangio. Lo stesso anno, nella categoria Sport, arrivò secondo alla Mille Miglia, vinse al Nurburgring, ma soprattutto scampò per un soffio al disastro di Le Mans dove persero la vita 84 persone.

Juan Manuel Fangio alla corte di Enzo Ferrari

Nell’inverno del 1955, il pilota di Balcarce approdò a Maranello già tri-campione del mondo. Schivo e diffidente fu un inserimento complicato, sopratutto in Ferrari dove l’attaccamento all’azienda veniva prima di ogni cosa. La stagione 1956 iniziò a gennaio, con il consueto gran premio d’Argentina dove vinse ancora.

Fangio e Collins 1956
Fangio e Collins 1956

A Monaco arrivò secondo dietro la Maserati di Stirling Moss dopo una gara piena di polemiche ed errori da parte di Fangio, che distrusse la sua vettura. Ma ai box fecero fermare il compagno di squadra Peter Collins dando al tre volte campione del mondo la possibilità di riprendere la gara.
In Belgio arrivò il primo ritiro della stagione, ma anche il sorpasso del compagno di squadra, Collins, che  vinse anche la gara successiva nel gran premio di Francia. E’ vero che l’investimento di Enzo Ferrari iniziò a dare i suoi frutti, ma il gioco di squadra tra i due piloti Ferrari iniziò a creare qualche problema al team. Le polemiche e le tensioni cominciarono a farsi sentire sia fuori che dentro i circuiti. Le vittorie a Silverstone e Nurburgring seguite dal secondo posto in Italia, regalarono a Fangio il quarto titolo mondiale, ma anche il titolo Mondiale Sport.
Purtroppo a fine stagione il difficile rapporto fra il campione argentino e il Cavallino Rampante finì.

Ciao Maranello e mondiale numero 5

L’anno successivo Juan Manuel Fangio tornò alla Maserati e  incominciò subito a vincere partendo dal gran premio di casa sul circuito di Buenos Aires. Arrivarono poi le vittorie a Monaco e sul circuito francese del Rouen.

Gp Monaco 1956 Juan Manuel Fangio
Gp Monaco 1956 Juan Manuel Fangio

Nel gran premio di Gran Bretagna dovette arrendersi per un cedimento del propulsore.  Fangio tornò al successo al Nurburgring dove vinse quella che sarà da molti considerata una delle più belle vittorie nella storia della Formula 1.
Era il 4 di agosto del 1957: la Maserati 250F aveva un ritardo di oltre 50 secondi dai piloti di testa e la gara era ormai avviata alla conclusione.

A dieci giri dalla fine, Fangio, iniziò una folle rincorsa, abbassando il tempo ad ogni giro. Ben presto si ritrovò davanti le due Ferrari di Peter Collins e Mike Hawthorn. Prima superò Collins poi in curva andando a finire con le ruote sull’erba passò anche l’altro inglese della rossa. Durante una sua intervista però Juan Manuel Fangio dichiarò: “Mentre guidavo e correvo rischi di molto oltre il limite decisi che, dopo quella corsa, non avrei mai più guidato in quel modo per il resto della mia vita“.
Fu una gara memorabile, addolcita dai due secondi posti a Pescara e a Monza.
Si concluse così la stagione 1957 con Juan Manuel Fangio, campione del mondo per la quinta volta in carriera. Nel 1958, Fangio aveva 47 anni, così decise di abbandonare le competizioni per dedicarsi alle attività imprenditoriali.

Non ho mai pensato all’auto come a un mezzo per conseguire un fine, invece ho sempre pensato di essere parte dell’auto, così come la biella e il pistone.” – Juan Manuel Fangio

Morì il 17 luglio del 1995 a Buenos Aires, all’età di ottantaquattro anni, lasciandoci in eredità una bellissima storia fatta di passione e motori.

Il ricordo di Enzo Ferrari da “Piloti che gente”

Lo vidi per la prima volta nella primavera del 1949, all’autodromo di Modena. C’erano altri piloti, altre macchine. Lo osservai per un paio di giri, finii per tenergli gli occhi addosso. Aveva uno stile insolito: era forse l’unico a uscire dalle curve senza sbarbare le balle di paglia all’esterno. Questo argentino, mi dissi, è bravo sul serio: esce sparato e resta nel bel mezzo della pista. Più tardi venne da me in scuderia…

La conversazione fu abbastanza lunga. Non proprio con lui per la verità, giacché non disse più di dieci parole. Ad un certo punto cominciai a guardarlo incuriosito: era un timido, un mediocre, un furbo? Non capii. Sfuggiva al mio sguardo, rispondeva a monosillabi con una strana vocetta d’alluminio e lasciava subito che gli altri interloquissero per lui, mentre un costante, indefinibile sorrisetto strabico gli rendeva il volto impenetrabile… Manuel Fangio, così è rimasto per me: un personaggio indecifrabile. La sua statura agonistica era invece indiscutibile…”

I numeri di Juan Manuel Fangio

5

Mondiali

24

Vittorie

35

Podi

29

Pole position

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Piloti che gente - Enzo Ferrarigauchonews.itsuccedeoggi.itferrari.com
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Silvano Lonardo

Mi occupo di Digital Strategist. Appassionato di Formula 1, ciclismo, pallamano e Lego. Insegnante di nuoto e due volte papà.

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