Keke Rosberg è passato alla storia per essere riuscito a vincere un campionato del mondo con una sola vittoria fatto che sminuisce l’enorme talento che animava il finlandese.
Il giovane Keke l’automobilismo lo ha nel sangue, lo eredita infatti dai genitori entrambi piloti amatoriali che appoggiano e capiscono il demone delle corse che anima il loro figlio.
Dopo diversi successi nel 72 gli viene proposto di correre in una formula promozionale, chiede un prestito alla famiglia che lo asseconda e riesce a vincere il campionato.
Galvanizzato dai successi e dal talento crescente, nel 76 si lancia in una serie di gare che lo vede protagonista in F Atlantic, in F. Pacific e in F2 e F3.
Nonostante l’impegno gravoso Keke Rosberg riesce ad imporsi in diverse gare e, l’impegno e il talento, gli aprono le porte dorate della F1.
Debutta con una Theodore, una formula uno affatto competitiva. Nel corso della stagione si alterna alla guida di ATS e Wolff senza riuscire ad ottenere risultanti importanti.
Nel 79 la formula uno non gli riserva nessun volante, animato da una passione smisurata, decide di firmare col team di Paul Newmann per correre negli USA. Col team del noto attore ottiene diverse pole ma vince solo due gare in quanto spesso è penalizzato da un motore non sempre all’altezza.
L’occasione di tornare in F1 arriva dal ritiro di Hunt, alfiere della Wolf, sprovvisto di un pilota e con la necessità di finire la stagione, il miliardario canadese, chiama il finlandese a sostituire l’ex campione del mondo. Alla fine della stagione, assediato dai debiti Walter Wolff decide di cedere tutto, compreso il cartellino del pilota all’ex campione del mondo Fittipaldi. Il brasiliano nutre l ambizione di creare una monoposto tutta brasiliana, però oltre ai problemi in pista dovuti a una macchina acerba, si rende conto che il pilota Keke Rosberg non è cosi facile da gestire e arrivano spesso a discussioni animate che inquinano il clima all’interno del team. Nonostante un terzo posto nella gara inaugurale, ottenuto proprio col finlandese, il team non riesce a sfondare anzi precipita in una spirale disastrosa che la porteranno a mancare diverse volte la qualificazione.
È il ritiro di un altro ex campione, Alan Jones, a spianargli la strada per un team di prima fascia, il patron della Williams, Frank lo vuole a fare da secondo a Reutemann per la stagione 82.
Per Rosberg è l’anno della svolta, con una guida a tratti spericolata riesce a mantenersi a ridosso delle posizioni di vertice della classifica iridata.
Quando in Germania, Pironi lanciato alla conquista del suo primo titolo, si infortuna gravemente, Keke Rosberg si ritrova a 12 punti dal leader ferrarista ormai messo fuori gioco dal destino.
A Digione, teatro del GP di Svizzera, con una guida grintosa raggiunge e supera Prost aggiudicandosi la corsa.
Da quel momento gli e sufficiente un quinto posto in uno dei prossimi gran premio e il titolo è suo.
Per la stagione 83 si rende conto che senza un motore turbo la sua Williams avrà poche possibilità di successo ma, nonostante questo a Monaco da un saggio della sua classe e coraggio partendo con pneumatici d asciutto sull’asfalto ancora umido dalla pioggia del mattino. Il successo nel principato zittisce i suoi detrattori che lo consideravano un fortunello non degno del titolo. Non poter correre alla pari con gli altri avversari lo mette di cattivo umore le critiche sul suo modo di correre si sprecano, quando comincia a guardarsi in giro per trovare un volante che gli permetta di vincere, Frank Williams informa il team di aver concluso un accordo con la Honda per la fornitura dei motori turbo.
L’arrivo del motorista giapponese dovrebbe far fare il salto di qualità al team, Rosberg impaziente di tornare alla vittoria, si accolla gran parte dello sviluppo devolvendo la stagione 84, nonostante una vittoria a Dallas, a puro collaudo.
I frutti si vedono nel 85, nonostante la fragilità della macchina, il finlandese riesce a conquistare due vittorie e il terzo posto finale in classifica generale.
Stanco della Williams e in cerca di un team che possa garantirgli stabilità e successo si accorda con la McLaren per la stagione 86.
Col team di woking conquista il terzo posto a Monaco ma fatica ad adattarsi nel team dove di fatto è una seconda guida di Prost.
Stanco e un po’ demotivato comincia a pensare al ritiro, quando la prematura scomparsa di De Angelis, suo carissimo amico, lo segna a tal punto da decidere di lasciare il circus a fine stagione.
Col suo modo di correre Rosberg lascia un vuoto, per i tifosi è stato il testimone di un epoca d oro dove i piloti erano prima di tutto cavalieri del rischio. Il Finlandese si rende conto che essere passato alla McLaren è stato un errore, la macchina costruita intorno a Prost, mal si adattava alla sua guida istintiva col risultato di animare ancora le voci di chi lo considerava solo un fortunello.
La passione per le corse lo porta a correre in Endurance e nel Dtm ma quando capisce che l’età è il suo avversario piu grande, si trasforma in mentore di Hakkinen e del figlio Rosberg riuscendo ad affinare il loro talento e farne due campioni del mondo di F1.
Ed è proprio grazie ai consigli del padre che il figlio Nico è riuscito a vincere nel 2013 a Monaco diventando l’unico caso in cui padre e figlio siano riusciti a conquistare il circuito salotto della F1.