Nel mondo del motorsport essere veloci è una dote essenziale: vale per i piloti, in pista, ma anche per i giornalisti, nel scrivere le notizie al PC, e… per i fotografi, nel ritrarre le monoposto e l’ambiente circostante nel momento più appropriato.
Ma cosa succederebbe se un professionista utilizzasse una fotocamera storica di oltre cent’anni anziché una moderna? Se l’è chiesto Joshua Paul, che ha portato in pista la sua Graflex 4×5 datata 1913, in grado di fotografare venti immagini in totale quando quelle attuali arrivano a 20 frame al secondo.
“Ho ricevuto questa camera dal mio istruttore, James Fee, mentre stavo studiando fotografia all’Art Center College of Design in Pasadena, California. Io e un mio amico ci siamo offerti di ripulire la sua stanza dedicata e di stampare i suoi lavori e in cambio abbiamo ricevuto questa Graflex: è la stessa utilizzata da Margaret Bourke-White quando posava di fronte al Chrysler building”.
Ma è tanto difficile da usare? “A dire la verità no, certo richiede un po’ di pazienza perchè alcune volte le foto vengono bene e altre invece no – ha risposto l’americano – Per ritrarre una vettura di Formula 1 bisogna fare tanti tentativi, perché cerco di non documentare la gara, ma la F1 nello specifico: la gente, le macchine e tutta l’atmosfera che ci gira attorno”.
E quando è iniziata questa tua passione? “Sono stato a Barcellona nel 2013 per vedere i Blur nel Primavera Sound Music Festival. Sapevo che la gara di F1 si sarebbe sovrapposta, e quindi ho fatto l’accredito grazie al magazine Road & Track. Me l’hanno accettato tre giorni prima della partenza e, quando sono arrivato, mi hanno subito invitato al GP di Monaco e a tutti gli eventi successivi. Quella è stata la prima volta che ho fotografato una Formula 1”.
Qua sotto alcuni esempi di quale sia il risultato di ritrarre una monoposto con una macchina fotografica storica.