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La Mille Miglia: la corsa più bella del mondo – Parte 1

1927 – 1957 30 anni di incredibili e memorabili vicende, straordinarie vittorie e cocenti sconfitte, fatte da anni bui pieni di disinteresse di indifferenza, complice anche gli anni della seconda grande guerra. L’ultima vera Mille Miglia si è conclusa nel 1957 con grandi accuse ed importanti polemiche che ruotarono intorno a Enzo Ferrari e alle sue macchine, sottoposte ad una perizia magistrale che durerà anni prima di concludere la vicenda e dare la possibilità al costruttore modenese di ripartire con la sua attività.

L’inizio di una leggendaria corsa

Gli anni venti sono caratterizzati da molti eventi. Tra questi arde la passione per l’automobilismo nei giovani, e tra loro, anche due rampolli della nobiltà bresciana, Franco Mazzotti e Aymo Maggi.
I due amici, all’età di vent’anni si divertivano gareggiando con il treno per raggiungere Milano,trovarsi dal Biffi in Galleria, covo storico degli appassionati dell’automobilismo come Borzacchini, Brilli, Pere, Danese, Nuvolari, Varzi. Grazie a queste avventure, nel cuore dei giovani nobili arde la volontà di restituire a Brescia il ruolo perduto.

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L’epopea italica del motorsport ha radici molto più profonde, A Torino nel 1899 nasce l’ACI che sarà l’inizio di una storia infinita, l’invito al continuo miglioramento e crescita per il nostro paese. Brescia ha un ruolo fondamentale – possiamo dire il perno centrale  – in quanto era la “Culla dell’automobilismo sportivo” grazie alla celeberrime “Settimane motoristiche” dal 1904 al 1907, le numerose gare con il “Circuito di Brescia” che ospitò nel 1905 la “Coppa Florio” quest’ultima fu la rampa di lancio per Don Vincenzo Florio nel fondare la Targa Florio.

Arriviamo così a Dicembre 1926 e la coppia Mazzotti-Maggi prendono contatti con Giovanni Canestrini – giornalista della Gazzetta dello Sport – e con Renzo Castagneto, famoso per esser segretario della Regio Automobili Club e per le doti organizzative nel mondo dello spettacolo.

Si forma così il quartetto che farà nascere la Coppa Mille Miglia. Perché Mille Miglia? L’idea venne a Mazzotti dopo aver affrontato un viaggio negli Stati Uniti, giusto appunto 1000 miglia. Nel sistema metrico decimale italiano corrisponde a 1600 km partendo da Brescia, arrivo a  Roma, per poi tornare a Brescia.

I “Quattro moschettieri” – ribattezzati così – in questo sogno ardeva la volontà di scuotere l’automobilismo dal torpore, riscattare Brescia e far si che nei cuori dei bresciani potesse risvegliarsi la passione, forse dimenticata da anni bui, e potesse trovare spazio nel tepore del loro cuore e di tutti gli italiani.  Ma come tutti i grandi sogni, per esser realizzati serve una grande collaborazione, cosa che viene a mancare in quanto non tutti sono d’accordo con questo ambizioso progetto.

Roma e Milano si opposero in modo distinto e con granitica volontà, oppositori di due città distanti tra loro ma vicine nelle idee. Ma come già detto gli anni venti sono caratterizzati da molti eventi; In Italia il partito Nazionale Fascista forte nel nostro paese, decise di intervenire inviando una cortese lettera, scritta dal Segretario Augusto Turati,  invitando gli oppositori ad aiutare gli organizzatori alla realizzazione di questo evento.
Questo piccolo passo sarà fondamentale per la realizzazione del progetto.

26 Marzo 1927

Renzo Castagneto, Franco Mazzotti, Giovanni Canestrini, Aymo Maggi riuscirono nell’impresa della corsa più bella al mondo: La Mille Miglia.

I quattro moschettieri
© Archivio storico Mille Miglia

Il percorso da Brescia si dirigeva verso Ravenna, Pescara, Aquila, Roma e dalla capitale c’era il giro di boa per tornare verso nord passando per Siena, Firenze, Bologna fino ad arrivare a Brescia. Aymo Maggi accompagnato da Bindo Maserati, sulla Isotta Fraschini con il N1 diedero il via alla corsa partendo da Viale Venezia.
Bindo Maserati è uno dei fratelli che diedero vita alla costruzione della famosa azienda del tridente Maserati.

Il successo della prima edizione fu eclatante! Tutte le perplessità vennero superate, si andò ben oltre alle più rosee aspettative dei 4 amici in cui misero testa e cuore in questo straordinario progetto, quasi nessuno sembrava crederci.
Brescia la culla dei motori torna a splendere con tutto il suo fascino nordico e regala al pubblico presente, ai cittadini, all’Italia una nuova speranza di rinascita.

I piloti prima di partire, decisero di portarsi il necessario per affrontare il pernottamento notturno in quanto non si avevano informazioni sul tragitto, la durata della corsa ed non si conoscevano gli imprevisti che la tratta poteva presentare dato che la strade erano per lo più sterrate e sconnesse, il confort era inesistente i sedili erano baquetes, come venivano definiti a quei tempi, sedili fissati a un semplice traliccio a sua volta ancorato con filo di ferro a 4 bulloni al telaio della vettura, il pavimento era in legno.

Al primo via della Mille Miglia si presentano settantasette equipaggi, tra loro due europei con delle piccole Peugeot 5 hp spider. Di questi settantasette alfieri 22 si dovettero ritirare per problemi alle vetture e 55 portarono a termine questa straordinaria impresa motoristica. Il primi vincitori assoluti furono Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi su OM 665 Sport concludendo la corsa con una media di 77,238 km/h in 21:04’48”.

in foto l’attraversamento del Po'.
© Archivio storico Mille Miglia

Nel 1936 arriva la prima dedica alla corsa “La danza delle lancette” di Mario Baffico, film che racconta la Mille Miglia. I vincitori di quella edizione saranno Brivio – Ongaro su Alfa Romeo 8C 2900A in 13:07:51 sec. Con una velocità media di 121,159 km/h, seguiti dalla coppia Farina – Meazza e da Pintacuda – Stefani, Biondetti – Cerasa. Tutti su Alfa Romeo.

Il 1938 sarà segnato da un brutto incidente a Bologna. La Lancia Aprilia, finì fuori strada coinvolgendo la folla e uccidendo dieci spettatori, tra cui sette bambini, ventitré feriti. A seguito di quanto accaduto, Benito Mussolini decide di revocare l’autorizzazione per le corse su strada. L’anno successivo si riuscirà ad organizzare la corsa; Per raggiungere i 1000 km si decide di fare un circuito triangolare tra Brescia, Mantova, Cremona percorrendo per 9 volte il giro, in modo tale che si potessero percorrere 1000 km, nominandola Gran Premio di Brescia.

Sempre nello stesso anno cambia ancora il nome diventando Gran Premio di Tripoli. A Tripoli si svolge una battaglia nazionale tra Alfa Romeo e Maserati, con Farina, Biondetti, Trossi, Pintacuda, rispettivamente primo, secondo, terzo e sesto. La storia racconta anche la prima importante sfida motoristica tra Germania -Italia, il Drake iscrisse la 815 la prima macchina da corsa con il marchio Ferrari, costruita a Modena nella vecchia sede in Viale Trento Trieste.
La vettura venne costruita con molta fretta e per quanto fu un brillante avvio, l’esperimento di Ferrari non ebbe successo e così la Germania con gli alfieri Baumer e il tenente Huscke von Hanstein vinsero la gara. Aprile 1940 l’Italia fu gettata nella fornace della guerra e con lei si dovette dire addio alle corse per molti anni.

Leggi la seconda parte

 

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Andrea Ranucci

“La storia è straordinariamente ricca di dolci” Fotografo amatoriale, appassionato di motori e sport invernali. Nel tempo libero racconto la storia della F1; Da Nuvolari ad Ascari, passando per Gilles, De Cesaris, Alboreto. Il mio motto è: “Non ci sono problemi solo soluzioni”.

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