La Mille Miglia: la corsa più bella del mondo – Parte 2
Il 1947 è l’anno in cui le manifestazioni sportive tornano in vita. L’ombra della guerra appena finita lascia uno spiraglio di luce e permette di organizzare ancora la Mille Miglia. La quattordicesima edizione si svolgerà il 21-22 Giugno e vide trionfare la coppia Clemente Biondetti – Emilio Romano su Alfa Romeo 8C 2900B Berlinetta con 16:16’39” con una media oraria di 112,238 km/h.
Il 1948/49 trionfano per ben due volte di fila la coppia Clemente Biondetti – Giuseppe Navona su Ferrari 166S Coupè in 15:05’44” ad una media oraria di 121,227 km/h, l’anno successivo Biondetti-Salani vincitori con Ferrari 166 MM Spider in 12:07’05” con la media di 131,456 km/h.
La svolta
Il 1950 è l’anno della svolta per l’Italia e per la Mille Miglia, approdano le prime telecamere e registri storici che permettono di documentare la gara. La tecnologia metallurgica si è sviluppata in modo esponenziale, migliorando la conoscenza tecnica, e rese le vetture più potenti e con maggior confort.
Enzo Ferrari nel 1950 portò 3 vetture ufficiali pilotate da Ascari, Villoresi e Serafini con i meccanici Cassani, Nicolini, e Salami. Si presentarono altri piloti italiani sempre su Ferrari con vetture private.
Arrivano le straniere
Dal 1950 al 1953 Ferrari dominerà la scena vincendo le tre edizioni con Marzotto, Villoresi, Bracco. Dal 1952 la Mille Miglia cavalca la cresta dell’onda, i costruttori di auto italiane vengono affiancati dai marchi inglesi come Jaguar, Aston Martin e Haley, dopo di loro è il turno dei francesi con Panhard e Renault, i tedeschi con Porsche e le Mercedes-Benz 300 SL. Se nelle edizioni precedenti si vedevano solo vetture aperte, iniziano ad esser prodotte le prime auto con tetto, ma non tutti i piloti le preferivano. Negli anni precedenti tutte le vetture erano scoperte e per tanto i piloti e meccanici erano esposti ad ogni cambiamento climatico senza alcuna protezione.
Brescia nel 1953 registra 500 partecipanti. Gli organizzatori spiazzati da un afflusso così importante decisero di apporre dei numeri sulle vetture per fare in modo che il pubblico ed i giudici potessero riconoscere i concorrenti, dividendo per categorie le vetture. Le vetture più piccole avevano i numeri da 1 a 90, mentre per tutte le altre categorie si usava il preciso tempo della partenza. 4 categorie turismo, 4 categorie sport: 750, 1100, inferiore ai 2Lt, sup. ai 2Lt turismo.
Le categorie sport invece sono la 750 cm3, 1300, inf. a 2 Lt e superiori a 2Lt. Quell’anno l’edizione vide trionfare la coppia Giovannino Marzotto-Marco Crosara su Ferrari 340 America Spyder in 10:37’19” alla velocità media di 142,347km/h.
La rivincita delle Rosse
Il 1954 vede vincitore Alberto Ascari su Lancia D24 Spider in 11:26’10” con una velocità media di 139,645 km/h. L’anno successivo Brescia fa da cornice per quella che sarà l’eterna sfida tra Italia e Germania, Ferrari – Mercedes-Benz.
I tedeschi arrivarono a Brescia con un unico obbiettivo: vincere la Mille Miglia. E così sarà; Alfred Neubauer, come nel 1931, portò al trionfo con una doppietta le 300 SLR Sport e due primi posti nella Categoria GT con le 300 SL.
Cocente sconfitta per l’Italia e i costruttori italiani che devono assaporare per la prima volta la sconfitta in casa. Ma Ferrari non dimenticò lo smacco subito e l’anno successivo si presenterà con 5 vetture ma Alfred Neubauer, da vecchia volpe, tornò in Italia con 14 Mercedes-Benz 300 SL. Gli equipaggi di punta erano di Von Trips e Von Metternich. Al via l’edizione numero 23 e i pionieri italici si lanciano all’inseguimento di una ardente vendetta da compiere lungo tutto il circuito, si scatena il nubifragio, gli alfieri di Ferrari, come impavidi guerrieri affrontano la corsa, consapevoli che i tedeschi erano pronti ad approfittare di ogni singolo errore o problema meccanico.
Ma questa volta la tenacia dei tedeschi ed il loro coraggio non servirà a molto contro le Ferrari. Arriva la vittoria! Il Drake consuma la sua vendetta portando le 5 Ferrari nei primi 5 posti. Castellotti quell’anno verrà accolto alla fine della corsa come un eroe dal pubblico per aver guidato gettando il cuore oltre l’ostacolo e aver saputo dominare la difficile 290S quattro litri portata in quella edizione per contrastare la tenacia e la forza delle Mercedes. I 5 piloti vincono.
La Germania rappresentata dal gigante Alfred Neubauer è sconfitta. La cocente sconfitta del precedente anno si placa.
Questa è solo una delle tante sfide, la più significativa, una di quelle che la Mille Miglia ha vissuto come l’eterna sfida tra Germania e Italia nel motorsport, uomini ed tecnici di due paesi tanto lontani quanto vicini. Due uomini, entrambi grandi costruttori di auto velocissime che ancora una volta si sono sfidati in gara.
La fine della Milla Miglia
La mille miglia ha raggiunto l’apice in tutto. Ha conosciuto uomini straordinari come i fratelli Marzotto, la volpe argentata Taruffi, Campari, Nuvolari, Ascari, Stirling Moss, Manuel Fangio, e tanti altri.
Questi impavidi uomini hanno scritto pagine importanti nella storia della Mille Miglia e tutt’ora vengono ricordati per le loro imprese. La culla dei motori però viene macchiata da un incidente terribile quanto molto curioso; siamo nel 1957, Bologna, la corsa volgeva al termine.
Un infinito corridoio di pianura, l’ultimo rifornimento a Bologna per partire verso Brescia, nessun motivo di suspence rispetto al percorso affrontato. Difficoltà affrontate, giochi fatti.
Il Drake lascia le ultime indicazioni ai suoi piloti chiedendo prudenza e protezione tra loro per portare al traguardo le 4 vetture tra cui la debuttante Berlinetta 250 Gran Turismo.
Il marchese De Portago, audace sportivo, nipote del Re di Spagna, si imbatte nella curva ad ampio raggio fra Goito e Guidizzolo di Mantova incontrando così la morte; la ruota anteriore sinistra della vettura scoppiò e fù un disastro!
La vettura N 531 targata BO 81825 guidata dal nobile De Portago, finì fuori strada impattando sul pubblico che osservava ai bordi della strada. Morirà sul colpo, con lui il suo copilota e 10 spettatori.
Enzo Ferrari verrà messo sotto accusa e le sue vetture messe sotto sequestro. Il Magistrato accusò Ferrari di aver scelto l’uso di pneumatici costruiti dalla ditta Englebert con sede in Belgio che secondo il giudice, quei pneumatici non erano adatti alle prestazioni delle autovetture che a pieno regime sviluppano una velocità pari o superiore a 280 km/h, consentendo invece di raggiungere una velocità massima di 220 km/h, l’eccesso di velocità portò al surriscaldamento del pneumatico, allo scollamento della parte centrale della gomma e quindi allo scoppio facendo perdere di conseguenza il controllo totale della vettura. 4 anni dopo il caso risollevò Ferrari da ogni accusa.
Cosa era successo realmente alla vettura del nobile De Portago quel giorno a 40 km da Brescia?
Una derapata sugli occhi di gatto metallici delimitanti la mezzeria della strada ha pizzicato la ruota anteriore sinistra e poco dopo ne causò lo scoppio causando l’incidente mortale per i piloti ed il pubblico li presente.
Le accuse infondate dal magistrato vennero smontate da una attenta perizia tecnica di ogni componente meccanico sulle vetture, vennero coinvolti meccanici e piloti ma non si trovarono prove che potessero accusare il Drake e renderlo unico responsabile di quanto accaduto.
La Mille Miglia è stata una storia d’amore infinita, unica, ha permesso di creare le auto più belle al mondo – le vetture italiane Ferrari – ha consentito di creare le vetture gran turismo, ha dato la spinta alla creazione del carburante in Italia, nessun pilota al mondo poteva definirsi completo se sul suo palmares non ci fosse la registrazione alla Mille Miglia.
Ha infranto i sogni della volpe argentata Taruffi che non la vincerà mai, ha fermato l’evoluzione delle vetture sport e gran turismo ancora oggi le più vendute nel mondo. Un’epopea che ha dimostrato quanto le corse su strada fossero importanti per i costruttori di auto e ha portato al costante miglioramento della affidabilità, la crescita motoristica, la continua evoluzione della meccanica e della metallurgia nel mondo.
L’addio
1957 è l’anno dell’addio definitivo. Si spengono i riflettori sulla corsa più bella al mondo. Saranno tutti inutili gli sforzi degli organizzatori che provarono e riprovarono nella speranza di far ripartire la Mille Miglia, ma non ci sarà più alcuna corsa. La storia infinita, piena di amore e passione, quella che ha spinto persino gli americani a venire nella culla italiana dei motori per gareggiare, le strade fatte di terra e polvere, fango, strade sconnesse, un pubblico che si riversava lungo tutto il cammino di ogni città, Brescia e le sue donne che si lasciavano corteggiare dai piloti e regalavano prodotti italiani come ricordi.
Ecco… anche questa era la mille miglia.
Anche questa era l’Italia del dopo guerra, gente boriosa di ricostruire un paese, risollevarlo dalle ceneri in cui è finita per una scelta politica mossa dalla mente insana di un uomo, uomini pronti a sfidarsi sfiorando muretti, violenti temporali imperversavano sui percorsi, nulla di tutto ciò è più possibile vedere.
Della mille miglia rimangono i ricordi nostalgici di chi l’ha fatta, di chi c’era, di chi ha visto l’Italia del dopo guerra distrutta e messa in ginocchio risollevarsi. Una corsa di grande importanza, estenuante, ma assolutamente unica nel suo genere. Nessuna gara motoristica potrò mai assomigliare o avvicinarsi ad essa.
Si slitta velocemente ad anni più recenti, ai tempi moderni. Ma la Mille Miglia ha cambiato volto, non è più quella estenuante gara di velocità su strada, ora è una manifestazione dove scorrono le vetture in passerella, come modelle di un’epoca passata che hanno fatto la storia, ma è meglio se stanno nei musei a riposare e farsi ammirare. Cosa resta delle Mille Miglia? Una storia d’amore, tanto romantica quanto dannata. La Mille Miglia. La Corsa più bella al Mondo.
“Se ai bordi della strada c’ è la folla, alza il piede, vuol dire che c’ è una curva pericolosa o qualche altro trabocchetto. Se non c’ è nessuno, spingi pure”. I piloti della mille miglia.
Leggi la prima parte