La prima Brabham BT46, una delle poche ombre di Murray
Uno dei migliori progettisti della F1 plasma una vettura oltre gli schemi, forse troppo
Assolato agosto del 1977: nella pista privata dellโAlfa Romeo di Balocco, il pilota ufficiale Brabham, John Watson, sta testando una nuova vettura. Voci di corridoio dicono di un debutto addirittura nel prossimo appuntamento a Zandvoort. Cโรจ aria di ottimismo.
Si tenta il tutto per tutto di risalire la china, il campionato in corso รจ per il momento abbastanza deludente, al di sotto delle aspettative, la BT45 ha certamente fatto delle buone figure con una pole e diversi podi, ma non basta per lโaffamato Gordon Murray, lโartefice delle ultime creazioni in casa Brabham.
E cosรฌ parte da zero, estremizzando, nel progettare una vettura che dati alla mano potesse sbaragliare la concorrenza. Il risultato, sigla BT46, รจ quasi fantascientifico.
Il progetto della Brabham BT46
Utilizza un sistema giร mutuato dallโaeronautica, specialmente negli idrovolanti da competizione degli anni ’30. Invece dei classici radiatori dellโacqua e dellโolio, Murray utilizza un sistema formato da pannelli a sfioramento montati a filo della carrozzeria: in tal modo รจ possibile togliere le enormi prese dโaria necessarie ai radiatori convenzionali, aumentando la penetrazione aerodinamica del veicolo.
Un altro motivo di ciรฒ era il peso: il 12 cilindri boxer Alfa Romeo รจ mastodontico, pesa almeno 40kg dei vari Cosworth e Ferrari, oltre che assetato di benzina.
Il materiale di questi pannelli, praticamente degli scambiatori di calore, sono in alluminio e titanio, e sono parte integrante della monoscocca a sezione triangolare, caro a Gordon, sostenendo in parte anche il motore.
Ma cโรจ di piรน: un altro ingegnoso sistema vede lโintegrazione nel telaio di martinetti pneumatici, collegati ad un compressore esterno, che alzano la vettura nelle soste ai box in modo da velocizzare il cambio gomme in qualifica. Sono tre, uno davanti e due dietro, e riescono in un secondo a sollevarla, con pilota a bordo, pieno di carburante compreso.
Vengono poi confermati i dischi freno in lega di carbonio di derivazione aeronautica, la Brabham BT45 era la prima vettura di F1 in assoluto ad averli.
I problemi
Gordon Murray perรฒ non ha fatto i conti con lโeffettivo vantaggio che pensava di ottenere con la Brabham BT46: la soluzione garantisce un buon funzionamento solo a velocitร nell’ordine dei 500 km/h o piรน. Oltremodo la โpelleโ radiante delle pance non riesce a smaltire il calore a causa della bassissima inerzia termica di pannelli cosรฌ sottili, facendo slittare il progetto non solo a fine anno ma anche nei primi appuntamenti del 1978.
Viene utilizzato al suo posto la versione C della BT45. Lโesordio effettivo della BT46 avviene a Kyalami, ma molto diversa dalle prime foto che avete visto, anche nel telaio. I radiatori rivoluzionari sono spariti, con quelli ad acqua simili alla precedente versione e dellโolio disposti orizzontalmente, davanti alle ruote posteriori.
Un dietrofront parziale: Gary Anderson, uno degli assistenti di Murray, propone allora un sistema che ha giร visto sulla Chaparral 2J del 1970 durante la sua esperienza come tecnico della Shadow nel campionato Can-Am: la vettura monta al posteriore due ventole, azionate da un motore a due tempi, che aspirano aria dal fondo della vettura, mentre sui fianchi sono montate delle minigonne. Nasce poi cosรฌ la BT46B.
Ma questa รจ un altra storia…