La vittoria della controversa Brabham di Lauda al GP di Svezia 1978
Il 17 giugno 1978, il circus si spostò sul circuito di Anderstorp, dove alla fine si disputò l’ultimo GP di Svezia della storia della Formula 1. La Lotus dominava la stagione, grazie alla nuova 79, mentre Brabham arrivò nella penisola scandinava con due BT46, modificate in maniera controversa: un grande ventilatore fu attaccato nella sezione posteriore della vettura. Il team inglese disse che questa soluzione serviva per migliorare il raffreddamento del motore, invece si scoprì che l’obiettivo principale di quella ventola, era quella aspirare aria da sotto la vettura, migliorando l’aderenza.
I team rivali si opposero, dichiarando la soluzione illegale, visto che il regolamento della Formula 1, di quei tempi vietava l’uso di elementi aerodinamici mobili. C’era poi problema, questo stratagemma avrebbe potuto scagliare eventuali detriti contro le vetture che si trovavano dietro.
Teddy Yip decise di abbandonare temporaneamente il circus ritirando le Theodore, così Keke Rosberg passò alla ATS, in sostituzione di Alberto Colombo. Tra i team mancavano anche le monoposto della Scuderia Martini e questo evitò di effettuare la pre-qualifiche.
Invece durante le qualifiche del sabato, Mario Andretti si aggiudicò la pole position con sette decimi di vantaggio, rispettivamente sulle due Brabham di John Watson e Niki Lauda.
Quarto posto per Ronnie Peterson con la seconda monoposto del team di Chapman.
La quinta piazzola la conquistò Riccardo Patrese con la Arrows, anche se il team di Milton Keynes finì coinvolto in un caso giudiziario di copyright nei confronti della Shadow. Questo costrinse il team Arrows a riprogettare interamente un nuovo telaio rinominato A1, in sostituzione del vecchio FA/1. Jody Scheckter, si affiancò al pilota italiano in sesta posizione con la Wolf.
Quarta fila tutta Ferrari con Gilles Villeneuve e Carlos Reutemann, mentre la top 10 si completò con Alan Jones su Williams e Jean-Pierre Jabouille con la Renault .
Durante la domenica mattina, si accese una forte protesta contro Ie due Brabham, respinta dalla Federazione, che confermò la griglia di partenza.
Al via, scattò per primo, il velocissimo Mario Andretti, seguito da Lauda che si gettò all’inseguimento del pilota italoamericano, mentre alle spalle dei due piloti di testa si scatenò una lotta tra Watson, Patrese e Peterson. Alla fine del secondo giro Patrese si prese il terzo posto, mentre nel giro successivo, Peterson si accodò all’italiano sopravanzando Watson.
Lo svedese iniziò una bella lotta per la conquista del podio virtuale e concretizzando il sorpasso, al decimo giro, ma per Peterson la posizione durò pochissimo, perché finì per fare una sosta forzata a seguito di una foratura. L’ordine rimase invariato fino al 20° passaggio, momento in cui Watson alzò bandiera bianca per la rottura dell’acceleratore.
I due piloti di testa accesero un bel duello, seguiti da Patrese, poi Reutemann; tuttavia il pilota della Ferrari perse subito la quarta posizione a favore, prima di Jones per poi venir superato anche da Peterson e Villeneuve.
La svolta della corsa arrivò al 38° passaggio, quando Lauda, con una perfetta staccata in curva, superò Andretti, obbligato a rallentare dopo essere scivolato su una macchia d’olio.
Il leader del mondiale, tentò di ripassare l’austriaco, ma la Lotus numero 5 si ammutolì nel corso del 46° giro per un guasto al motore. Questo permise a Patrese di salire al secondo posto mentre lo scatenato Peterson si riprese la terza posizione, superando Jones.
Purtroppo la gara dell’australiano terminò poco dopo per un problema ad un pneumatico, così in zona punti salì Laffite, che però rimase senza carburante, terminando poi la gara al settimo posto.
Alla fine dei 70 giri, Lauda mantenne il comando fino alla bandiera a scacchi. Alle spalle dell’austriaco arrivarono Patrese e Peterson, che salirono sul podio, mentre finirono in zona punti anche Tambay con la McLaren, Regazzoni su Shadow e Fittipaldi.
Dopo qualche giorno arrivò la decisione della Commissione, che confermò la vittoria della Brabham. Fu una scelta di convenienza per non contraddire la decisione dei commissari di gara e perché i reclami arrivarono troppo tardi.
Però alla Brabham, fu vietata la soluzione, per il resto del campionato.
L’ordine di arrivo del GP di Svezia 1978
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 1 | Niki Lauda |
Brabham | 01:41:00.606 | 70 |
3 |
9 |
2 | 35 | Riccardo Patrese |
Arrows | 01:41:34.625 | 70 |
5 |
6 |
3 | 6 | Ronnie Peterson |
Lotus | 01:41:34.711 | 70 |
4 |
4 |
4 | 8 | Patrick Tambay |
McLaren | +1 lap | 69 |
15 |
3 |
5 | 17 | Clay Regazzoni |
Shadow | +1 lap | 69 |
16 |
2 |
6 | 14 | Emerson Fittipaldi |
Fittipaldi | +1 lap | 69 |
13 |
1 |
7 | 26 | Jacques Laffite |
Ligier | +1 lap | 69 |
11 |
0 |
8 | 7 | James Hunt |
McLaren | +1 lap | 69 |
14 |
0 |
9 | 12 | Gilles Villeneuve |
Ferrari | +1 lap | 69 |
7 |
0 |
10 | 11 | Carlos Reutemann |
Ferrari | +1 lap | 69 |
8 |
0 |
12 | 25 | Hector Rebaque |
Lotus | +2 laps | 68 |
21 |
0 |
13 | 9 | Jochen Mass |
ATS | +2 laps | 68 |
19 |
0 |
14 | 36 | Rolf Stommelen |
Arrows | +3 laps | 67 |
24 |
0 |
15 | 10 | Keke Rosberg |
ATS | +7 laps | 63 |
23 |
0 |
NC | 37 | Arturo Merzario |
Merzario | +8 laps | 62 |
22 |
0 |
RIT | 5 | Mario Andretti |
Lotus | Engine | 46 |
1 |
0 |
RIT | 27 | Alan Jones |
Williams | Wheel | 46 |
9 |
0 |
RIT | 4 | Patrick Depailler |
Tyrrell | Suspension | 42 |
12 |
0 |
RIT | 15 | Jean-Pierre Jabouille |
Renault | Engine | 28 |
10 |
0 |
RIT | 2 | John Watson |
Brabham | Spun Off | 19 |
2 |
0 |
RIT | 20 | Jody Scheckter |
Wolf | Overheating | 16 |
6 |
0 |
RIT | 3 | Didier Pironi |
Tyrrell | Accident | 8 |
17 |
0 |
RIT | 19 | Vittorio Brambilla |
Surtees | Accident | 7 |
18 |
0 |
DNQ | 18 | Rupert Keegan |
Surtees | No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 30 | Brett Lunger |
McLaren | No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 22 | Jacky Ickx |
Ensign | No Time | 0 |
0 |