L’astuzia raffinata di Piero Taruffi
Soprannominato la “Volpe Argentata” per via dei suoi precoci capelli bianchi, il pilota romano fu uno dei piloti di strada più forti dell’epoca

Il 12 ottobre 1906, nacque a Roma, Piero Taruffi, pilota, tecnico, progettista, giornalista, ma anche un personaggio eclettico. Cominciò a correre in auto a 17 anni, vincendo una gara di regolarità, la Roma-Viterbo con una Fiat 501S. Si laureò in ingegneria, poi divenne motociclista, dove si cimentò in strada e in pista diventando anche uno specialista dei record di velocità. Entrò a fare parte della Scuderia Ferrari nel 1949 ma nel 1950 gareggiò sia con l’Alfa Romeo che con le vetture di Maranello.

In F1 disputò due stagioni a tempo pieno (51 e 52), con qualche presenza nelle due successive. Su 18 gare, ne vinse una, il Gran Premio di Svizzera a Bremgarten del 1952, al volante della 500, stagione poi terminata al terzo posto. Taruffi ebbe più fortuna nelle gare stradali: dove si aggiudicò la Carrera Panamericana in coppia con Luigi Chinetti nel ’51 e dove ottenne altri piazzamenti.
Nel 1953 partecipò anche alla 24 Ore di Le Mans a bordo di una Lancia D20 insieme a Umberto Maglioli. Purtroppo la gara terminò dopo dodici ore per un problema elettrico.
Quell’anno scrisse anche il libro “Tecnica e pratica della guida automobilistica da corsa”
Sempre con la Lancia conquistò la Targa Florio nel 1954. Guidando la Maserati trionfò nella 1000 Km del Nuerburgring insieme con Stirling Moss, Harry Schell e Jean Behra. Taruffi aveva un chiodo fisso, quello di vincere la Mille Miglia. “Se ci riesco lascio le corse” – disse alla moglie Isabella. Fece centro al tredicesimo tentativo, nel 1957, a 51 anni, sostituendo Musso, sulla Ferrari 315 S. E mantenne la parola. Quella fu anche l’ultima edizione della celebre corsa.

Tazio Nuvolari, suo amico rivale, lo definì “il più grande stradista di sempre“. Difatti fu l’unico pilota al mondo ad aver vinto tutte le maggiori corse su strada come la Targa Florio, Il Giro di Sicilia, la Carrera Panamericana e per ultimo la Mille Miglia.
Dal 1962 iniziò l’attività giornalistica, come commentatore tecnico d’eccezione per il periodico “L’Automobile“, mantenendo l’incarico fino agli anni ’70.
Morì nella città in cui nacque, il 12 gennaio 1988 all’età di 82 anni.