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Le Mans 55, la tragedia in cortometraggio

Sul circuito della Sarthe si disputò la endurance più famosa al mondo ma anche la più tragica

Mi sforzo di spiegare con empatia come sia possibile per i conducenti continuare e finire la gara nonostante la tragediaQuentin Baillieux, è l’autore di un cortometraggio drammatico che racconta un lato oscuro del motorsport negli anni 50, un’epoca d’oro per i costruttori, un modo per dimenticare gli orrori lasciati dalla guerra appena finita e un tentativo di tornare alla normalità.
Cortometraggio La 24 Ore di Le Mans 1955

Solo un mese fa il cinema ci ha emozionato con il film Le Mans 66, la sfida tra Henry Ford II e Enzo Ferrari, due costruttori di due mondi diversi ma vicini allo stesso tempo. Da un lato un imprenditore che ha creato un impero, dall’altra un artigiano da Maranello.

Ma 11 anni prima a Le Mans venne scritta la pagina più buia e sanguinosa della storia e anche la più sconvolgente. “Motor sport is dangerous” era una realtà palpabile, per i piloti e costruttori che erano ben consapevoli del rischio di non tornare a casa.

Un cortometraggio per smacchiare un pagina macchiata

15 minuti di cortometraggio per raccontare una dinamica dell’accaduto e non solo. Un giro di pista come tanti altri, il pubblico pronto a festeggiare e salutare i cavalieri del rischio che effettuano un altro passaggio sul rettilineo di partenza quando, la Mercedes-Benz 300 SLR di Pierre Levegh tamponò l’Austin-Healey di Lance Macklin che a sua volta perse il controllo della sua vettura a seguito di una manovra azzardata di Mike Hawthorn a bordo di una Jaguar D-Type.
Cortometraggio La 24 Ore di Le Mans 1955Levegh si schiantò sulla barriera di protezione che sviluppo un incendio, molte componenti dell’auto volarono via abbattendo una piccola tribuna posta vicino alla corsia boxe, la vettura diventò una palla infuocata lanciata a catapulta contro il pubblico sugli spalti, in quell’epoca le recinzioni non erano previste, e tutti coloro che si trovarono nei paraggi furono colpiti.

Nonostante la tragedia sconvolse tutti, la gara non venne fermata, i piloti proseguirono come se fosse stato un normale incidente di gara.

“Desidero creare un sentimento di malinconia positiva con questo progetto, inducendo lo spettatore a considerare gli eventi della vita quotidiana da una prospettiva più ampia e a incoraggiare un maggiore senso di empatia”. Quentin Baillieux

The show must go on

Cortometraggio La 24 Ore di Le Mans 1955L’autore del cortometraggio scava più a fondo e decide così di mettere in evidenza anche il Manager del team tedesco Alfred Neubauer e John Fitch pilota della Mercedes 300 SLR, amico di Levegh, che si schiantò sulle barriere causando inevitabile.

Alfred Neubauer fu un antagonista e buon amico di Enzo Ferrari con Mercedes e Auto Union, sul circuito del Nurburgring e, per mano del mantovano volante, subì una sconfitta scottante sotto gli occhi del Führer, con i suoi piloti impotenti quando si videro arrivare una Alfa Romeo non ufficiale dell’italiano a fionda.

Enzo Ferrari lo ricorda così: “Lo vidi per la prima volta in veste di corridore su una Mercedes a una Targa Florio del 1923 o del 1924: Alto, magro, gli occhi chiarissimi, una voce stridula, gran naso aquilino, dei modi bruschi. Non molto simpatico – dissi tra me – questo tedesco. Lo persi di vista, lo ritrovai nel 1934 ai bordi di una pista. Crescendo a dismisura come la potenza della Germania in quei anni, Neubauer divenne sempre più autoritario. Si ritirò in definitiva nel 1955, morì all’età di 90 anni dopo che si ritirò a gestire un museo storico della casa di Stoccarda.”
Cortometraggio La 24 Ore di Le Mans 1955
Sarà Fitch a sgretolare l’irremovibile Neubauer che quel giorno, forse, non si rese conto della gravità della situazione e, in un secondo momento, realizzò le implicazioni che la tragedia portò con se.

La scuderia dopo pochi giri decise di abbandonare la pista dopo quel tragico momento che oltre alla morte di Pierre Levegh, quel giorno, si contarono 83 spettatori, 120 feriti tra il pubblico. Dopo questo bollettino la Merceds-Benz abbandonò in definitiva il mondo delle corse congedandosi per un lungo periodo, per riveder in pista la stella tedesca bisognerà aspettare il 1989.

Vinse quella gara proprio Jaguar di Mike Hawthorn e Ivor Bueb, nonostante la manovra imprudente che scatenò la reazione a catena.  L’Auto-Journal commentò con sarcasmo quella vicenda con il titolo “À votre santé, Monsieur!

Aspettiamo l’uscita di questa storia che ha dell’assurdo, che lascia molte domande senza risposta.
Il cortometraggio potrebbe concorrere all’Oscar, di certo l’autore ha sottolineato l’importanza di non dimenticare che Motorsport is Dangerous.

Un piccolo assaggio con il trailer

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Andrea Ranucci

“La storia è straordinariamente ricca di dolci” Fotografo amatoriale, appassionato di motori e sport invernali. Nel tempo libero racconto la storia della F1; Da Nuvolari ad Ascari, passando per Gilles, De Cesaris, Alboreto. Il mio motto è: “Non ci sono problemi solo soluzioni”.

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