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Lewis Hamilton: “The Black Panther”

Ron Dennis, titolare della McLaren e artefice della sua rinascita, sognava da tempo di poter fare da talent scout a qualche giovane promessa dell’automobilismo sportivo.
I dirigenti della scuderia gli segnalarono un adolescente di colore che correva con i kart. Dopo averlo visto in gara, Dennis, senza indugio, decise di seguire la carriera del ragazzo sicuro che l’automobilismo avrebbe trovato il nuovo Ayrton Senna.
Il suo nome è: Lewis Hamilton.

Nel 2007 il team McLaren decide di affiancare il giovane ventiduenne ad un campione affermato come Alonso. Il campione spagnolo avrebbe dovuto svezzare il giovane ma quando si accorse che il talento del ragazzo era realmente smisurato cominciò a fargli la guerra creando nel team un atmosfera negativa che non fece altro che indirizzare l interesse dei meccanici e degli ingegneri verso Hamilton che già al debutto in Australia non dimostra nessun timore reverenziale non solo verso il compagno Alonso ma anche verso gli altri piloti.

Durante la prima stagione l’inglese si porta in testa alla classifica generale e sembra essere in grado di conquistare il titolo di campione del mondo nella stagione del debutto fino al Gran Premio di Cina dove, complice un errata gestione delle gomme, mentre sta rientrando ai box, Hamilton si insabbia lasciando la vittoria alla Ferrari di Raikkonen e in Brasile dove un problema elettronico di fatto lo esclude definitivamente dalla lotta per il titolo.

Lewis Hamilton
© Mercedes AMG F1

Ron Dennis si rende conto di aver fatto centro, Lewis Hamilton è realmente un fuori classe che, già nella prima stagione, ha messo in crisi Alonso obbligandolo a cambiare squadra, ma soprattutto si sta rivelando un investimento vantaggioso.
Nel 2008 Hamilton è già il capitano della McLaren e, nonostante qualche errore, è l’unico che possa contendere il titolo alla Ferrari di Massa.

All’ultima gara è sufficiente un piazzamento per l inglese per conquistare il titolo ma, forse per l emozione, proprio durante la gara Hamilton sembra alzare bandiera bianca lasciando Massa a conquistare il titolo. Quando tutto sembra deciso, la sorte decise di graziarlo con un improvviso scroscio d’acqua permette all’inglese di conquistare la posizione minima per sfilare il titolo a Massa convinto di aver vinto e festeggiante dopo aver tagliato il traguardo.

La conquista del titolo sembra il preludio per nuove vittorie, ma un improvvisa crisi tecnica della McLaren permette all’inglese di conquistare 12 vittorie dal 2009 al 2012 ma nessun titolo.
Hamilton ormai capisce che il suo ciclo nella scuderia inglese è giunto al termine e decide di accettare “la corte” del presidente della Mercedes Niki Lauda che ha pensato proprio all’inglese per sostituire Schumacher in seno alla Mercedes.
La cura Lauda si rivela fondamentale per la maturazione professionale di Hamilton che, da grintoso combattente, diventa un felino implacabile.

Lewis Hamilton Mercedes
© Mercedes AMG F1

Con l’avvento della formula ibrida, Lewis Hamilton, dal 2014 conquista titoli a ripetizione. Gli unici avversari sono stati il compagno Rosberg che, nel 2016 riuscì a batterlo ritirandosi sopraffatto dallo stress e Vettel che con la Ferrari ha provato a rendergli la corsa al titolo difficile.
Senza rivali al proprio livello, Hamilton è riuscito a superare Schumacher per numero di vittorie pole position arrivando ad uguagliare il tedesco per numero di titoli vinti.

Attualmente la Mercedes sta trattando il suo rinnovo, a 38 anni e nonostante dal 2021 non riesca ad essere protagonista sia per l’esplosione del talento di Verstappen e per un involuzione della macchina della stella a tre punte che non è più riuscita a esprimersi su livelli d eccellenza.
Hamilton resta comunque un talento unico e grazie alla sua indole di felino combattente è ancora un punto di riferimento per la Formula Uno.

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Federico Sandoli

Esperto di logistica e trasporti, sempre pronto a recepire le novità ed a proporre soluzioni operative innovative. Lettore accanito, con una passione particolare per la scienza, la medicina ed…i supereroi. Iscritto al Club Ferrari di Maranello dalla nascita, curo da sempre la mia passione per la Ferrari e la F1 in genere. Colleziono modellini che posiziono rigorosamente in funzione del periodo dell’anno e degli eventi legati a piloti e case costruttori e custodisco gelosamente alcune lettere autografe oggetto di uno scambio di corrispondenza con l’Ing. Ferrari.

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