Lorenzo Bandini, ancora e sempre nel cuore degli italiani
Lorenzo Bandini e la sua storia rimangono ancora vivi nei cuori di tanti appassionati e tifosi Ferrari. Nato il 21 dicembre 1935 a Barce, in Libia, ma a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, la famiglia Bandini fu costretta a far ritorno nel proprio paese d’origine, San Cassiano, frazione di Brisighella, in Romagna.
Dopo la scuola, Bandini iniziò a lavorare come meccanico, nel 1950 si trasferì a Milano, dove trovò lavoro presso l’officina di Goliardo Freddi, padre della futura moglie di Bandini, Margherita; fu proprio Freddi a lanciare Bandini nel mondo dei motori. La carriera agonistica di Lorenzo decolla nel 1956 dove inizia a farsi notare con una serie di risultati positivi nelle competizioni su strada e in pista. La sua grande occasione arriva nel 1961, quando gli viene offerto un contratto dalla Scuderia Centro Sud, con cui disputa le sue prime gare in Formula 1 al volante di una Cooper-Maserati.
Sempre in quell’anno Enzo Ferrari offre a Bandini un sedile come pilota ufficiale Ferrari e nella stagione 1962 conquista un terzo posto a Montecarlo. Nel 1963 il passaggio alla BRM, ma la vittoria nella 24 Ore di Le Mans insieme a Ludovico Scarfiotti segna il ritorno del romagnolo fra i titolari del Cavallino Rampante.
Il 1964 fu l’anno di Lorenzo Bandini con la vittoria nel gran premio dell’Austria, si classificò tre volte terzo e diede un contributo importante nella conquista del titolo piloti da parte del compagno di squadra John Surtees.
I due anni successivi regalarono poche soddisfazioni in Formula 1 al pilota italiano, che conquistò soli due podi a Monte Carlo e uno in Belgio; diversa invece la storia con le vetture sport, dove trionfò a Le Mans, nella Targa Florio edizione 1966 con Nino Vaccarella, nella 24 Ore di Daytona e nella 1000 Chilometri di Monza 1967, queste ultime in coppia col neozelandese Chris Amon.
Nel 1967 la Ferrari schiera i piloti Lorenzo Bandini e Chris Amon sulla 312 F1, ma al primo gran premio stagionale, in Sudafrica, la Ferrari non si presenta, ma decide di cominciare il campionato alla seconda gara a Montecarlo.
In quell’occasione Lorenzo Bandini fu un grande protagonista, ma all’82esimo giro arrivò lungo alla chicane del porto ad una velocità troppo elevata: la sua 312 F1 si ribaltò e prese fuoco. Morì il 10 maggio 1967 all’ospedale del principato di Monaco.
La parole di Enzo Ferrari su “Piloti, che gente…”
“Era diventato ormai un simbolo per l’Italia dello sport del volante. Lo avevano scoperto anche quelle immancabili sostenitrici che affollano tutti i circuiti. Avevano subito il fascino di quel giovanotto dai lineamenti delicati, che spesso Margherita indicava con orgoglio di moglie. Era però rimasto il tipico pilota di affetti e serenità borghesi…. Ricordo quel giorno di maggio del 1967. Ero nel mio studio di Maranello, davanti al televisore che trasmetteva le fasi conclusive del Gran Premio di Monaco. Quando vidi il grosso fungo nero di fumo che deturpava sinistramente la baia di Monte Carlo, ancor prima che Piero Casucci, il non dimenticato telecronista di quei tempi, commentasse la catastrofica immagine, sentii che quella macchina in fiamme era una delle mie. Ora non so dire perché, ma intuii Bandini nel rogo e fui sicuro che non lo avrei più rivisto”
Ai funerali, partecipò una grande folla, segno di quanto Bandini fosse amato dai tifosi della rossa e dagli appassionati. Il comune di Brisighella intitolò un premio alla sua memoria, destinato al miglior pilota emergente della Formula 1 sin dalla sua prima edizione, nel 1992. Tra i vincitori, tra gli altri, anche Fisichella, Jacques Villeneuve, Montezemolo, Schumacher, Bottas, Hamilton e Stefano Domenicali.