L’ossessione “rossa” di Montoya…
Montoya nasce in Colombia nel 1975.
Fa tutta la gavetta possibile in America e nel 1995 si trasferisce in Europa dove mette in mostra un talento eccezionale ed una grinta di altri tempi.
Queste sue doti non passano inosservate ed è così che, Frank Williams lo chiama e gli propone un contratto da collaudatore.
In attesa di un posto da titolare in F1, si trasferisce in America dove corre il campionato Cart per la stagione 1999 diventando il più giovane campione di sempre.
Nel 2000 sconta la scarsa affidabilità dei motori Toyota e riesce a vincere “solo” la 500 miglia di Indianapolis imponendosi al pubblico americano come l’erede di Mario Andretti.
Nel 2001 la Williams lo chiama al posto di Button.
Sin dalle prime prove mette subito in mostra una velocità eccezionale sui circuiti dalle altissime medie ed una aggressività a volte incontrollata.
Il destino sta per insistere pesantemente sul futuro di Montoya.
Il pilota troverà, ben presto, sul suo cammino Schumacher, il campione tedesco, che diventerà per lui una vera e propria ossessione per il prosieguo della sua carriera professionale….
In Brasile, alla ripartenza dopo l’uscita della safety car, affianca e supera la Ferrari di Schumacher dando vita ad un dualismo che terrà desta la F1 nei soporiferi anni del dominio Ferrari.
In testa alla corsa, butta via la gara nel doppiaggio della Arrows di Verstappen.
In Williams c’è amarezza per la corsa persa, ma anche la consapevolezza di aver puntato sul pilota corretto.
Montoya ha un unico vero avversario: la sfortuna!
Altrimenti il pilota nei corpo a corpo risulta spesso coriaceo al limite della correttezza, e nei circuiti veloci particolarmente imbattibile.
Indimenticabile Monza, dove riesce a cogliere la sua prima vittoria nel 2001!
Nel 2002 conquista sette pole, ma in gara deve cedere allo strapotere delle Ferrari.
Nel 2003 è seriamente candidato al titolo: vince a Monaco e in Germania e fino al GP USA è in lizza per la vittoria finale.
Durante il Gran Premio Americano è particolarmente grintoso.
Effettua un sorpasso ai danni di Barrichello mandandolo fuori pista.
La direzione gara, a malincuore, deve punirlo, troppo al limite la manovra…e, nonostante che la punizione lo estrometta dalla lotta per il titolo il pubblico sugli spalti esulta per il colombiano…
Le speranze del colombiano sono riposte tutte nella stagione 2004.
La Williams prepara una monoposto dall’aspetto curioso, a molti ricorda un tricheco, che una volta messa in pista si dimostra difficile da mettere a punto.
La parte iniziale della stagione è un continuo scontrarsi con Schumacher.
A Imola, in un acceso ruota a ruota, Michael lo spedisce sull’erba, a Monaco lo tampona dietro la safety car e lo costringe al ritiro….
È evidente che i due non si amino e nemmeno si stimino….
Impossibile vincere in Williams…, Montoya si trasferisce alla McLaren…
Nonostante tre vittorie il primo anno nella scuderia inglese è spesso funestato da rotture e si deve accontentare del quarto posto in classifica generale.
Il 2006 è anche peggio.
La monoposto McLaren non è affatto competitiva e, complice il già annunciato ingaggio di Alonso, Motoya e la squadra decidono di interrompere il loro rapporto.
Il colombiano torna alle origini.
Corre nelle serie americane, dove vince per tre volte la 24 ore di Daytona e nuovamente la 500 miglia di Indianapolis.
Il ritiro prematuro dalla F1 ci ha privato di un campione le cui reali capacità sono state spesso messe in ombra da una mancata costanza di risultati…