Luigi Fagioli: un pilota d’altri tempi

Luigi Fagioli, fu un pilota e campione indiscusso, tra gli anni 30 e 50, senza dubbio aveva nel cuore le corse e anche la stoffa per diventare campione del mondo.
Gli esordi sulle due ruote
Nato ad Osimo, in provincia di Ancona, il 10 giugno 1898, Luigi Fagioli si trasferì a Gubbio, in Umbria, per terminare gli studi. La carriera sportiva del pilota italiano iniziò dedicandosi alla boxe e al calcio ma, presto il fascino dei motori prese il sopravvento. Anche con il disappunto del padre, Fagioli decise di salire in sella ad una moto.
Durante la Coppa della Collina Pistoiese, Fagioli ebbe un brutto incidente, così seguendo anche i consigli del padre, passò dalle due ruote alle quattro alla guida di una Salmson GP, vetturetta che all’epoca rappresentava la tecnologia emergente.
È l’inizio di una bella carriera
Il debutto ufficiale avvenne durante la Coppa della Perugina del 1925, seguirono poi la partecipazione alla Coppa Acerbo dello stesso anno e la prima vittoria giunta nel Premio Perugino del Turismo del 1926.
Fino al 1928 arrivarono innumerevoli vittorie davanti a piloti del calibro di Biondetti, Borzacchini, Campari, Caracciola, Chiron, Ferrari, Maserati, Nuvolari, Fangio, Farina e Varzi. Nel 1931 passò alla Maserati, ma arrivarono più ritiri che altro.
L’incontro con Ferrari
Nel 1933, il pilota Fagioli venne contattato da Enzo Ferrari che gli propose di salire nell’abitacolo della potente Alfa P3. Fagioli accettò e nei mesi successivi ottenne numerosi successi, conquistando anche il titolo di Campione d’Italia.
Ma il trionfo in campo nazionale lo pose all’attenzione degli uomini della Mercedes che, offrendogli un favoloso contratto di trecentomila lire all’anno, lo convinsero ad abbandonare la collaborazione con la Scuderia di Ferrari. Fagioli accettò ed Enzo Ferrari non riuscì mai a perdonargli questo sgarbo.
L’esperienza tedesca

L’impegno con la Mercedes durò fino a tutto il 1936 e fu segnato da stupende vittorie ottenute all’ AVUS, al Circuito del Nurburgring, ancora alla Coppa Acerbo, nel Gran Premio d’Italia a Monza e al Gran Premio di Monaco.
Col passare delle gare si accese però una rivalità con il compagno di squadra Rudolph Caracciola.
Il carattere forte e poco incline nel condividere strategie di squadra non concordate, fecero prendere a Fagioli decisioni contrarie alle direttive di scuderia.
Poi il rapporto tra i due piloti, si deteriorò e , alla fine del 1936, di comune accordo, la Mercedes e Fagioli decisero per la risoluzione anticipata del contratto.
Nel 1937 Fagioli passò alla tedesca Auto Union, ma riuscì a correre soltanto quattro gare, forzatamente fermato da una sciatalgia che lo costrinse al temporaneo ritiro dalle corse. La pausa diventò lunghissima, anche a causa della guerra e Fagioli tornerà alle corse soltanto nel 1947 dove alla guida, prima di una Fiat e poi di una OSCA si avvicinerà al mondo della Formula 1.
Tre “effe” in Formula Uno
Nel 1950 a 52 anni e con l’avvio del primo campionato del Mondo di F1, Fagioli entrò a far parte delle tre rosse Alfa Romeo 158, insieme a Nino Farina e Juan Manuel Fangio, dando vita al mitico terzetto delle “3 effe”
I tre dominarono il campionato con il pilota di Osimo che, a fine stagione, dopo cinque podi su sette gran premi, si ritrovò tra i primi tre posti della classifica con Nino Farina primo e Luigi Fagioli terzo dietro Juan Manuel Fangio.
L’anno successivo, sempre con l’Alfa, Fagioli riuscì a conquistare anche la vittoria a pari merito con lo stesso Fangio, nel GP di Francia, restando a 53 anni il pilota più anziano ad aver vinto una gara di Formula 1.

La storica vittoria alla Mille Miglia

Nel 1952 passò alla Lancia dove compì il suo capolavoro di pilota giungendo terzo assoluto e primo di categoria alla Mille Miglia guidando una Lancia Aurelia B20.
Il 31 maggio dello stesso anno rimase ferito in un incidente nel corso delle prove ufficiali del GP di Monaco per vetture Gran Turismo.
Dopo 204 gare disputate, Luigi Fagioli morì il 20 giugno 1952, proprio a seguito alle ferite riportate a Montecarlo.