1890-18991960-1969BiografieOn this day

L’ultimo saluto a Carlo Salamano

Il 19 gennaio 1969, muore a Torino, Carlo Salamano, la notizia della morte del pilota collaudatore Fiat si è immediatamente diffusa in tutto il capoluogo piemontese, in Italia e all’estero, tanta era la popolarità di questo campione del volante, quanto sperimentatore di prototipi.
Nato a Vercelli il 3 gennaio 1891, era entrato nella Fiat a 23 anni, nel 1914.
Dopo il primo conflitto mondiale fece parte della famosa « équipe » Fiat, assieme a Felice Nazzaro, Alessandro Cagno, Pietro Bordino, Enrico Giaccone ed Evasio Lampiano.
L’esordio di Carlo Salamano in gara avvenne nel 1922 sul circuito di Monza, quando fu inaugurata la pista nel Gran Premio delle Vetturette. In quell’occasione le vetture Fiat si piazzarono ai primi 4 posti e Salamano conquistò il quarto posto.
Sulla pista inglese di Brooklands, Salamano stabilì il record nella cilindrata 1500 cc, alla media di 185 km/h.

Il 9 settembre del 1923 vince con la Fiat 805 il primo gran premio d’Europa sul circuito italiano di Monza.
Nel 1923, Carlo Salamano corre la sua ultima corsa, la Coppa Internazionale delle Alpi a tappe, rinunciando alla carriera di pilota per concentrarsi alla produzione di vetture nella casa automobilistica torinese. Ritornato in Fiat, Carlo Salamano iniziò la sua brillante carriera di collaudatore prototipi.
Partecipò alla messa a punte di tutte le vetture Fiat prodotte in quell’epoca: dalla 509 alla 520, dalla Balilla alla 500, dalla 1100 alla 1400 sino alla 1800, la 1500 e la 850.

La macchina più interessante che Salamano riteneva di aver pilotato durante la sua carriera, fu il prototipo sperimentale della Fiat Turbina, presentata alla stampa e agli esperti, nell’aprile del 1954, sulla pista dell’aeroporto di Caselle.
In quell’occasione Carlo Salamano fece toccare alla Fiat Turbina una velocità di circa 210 km all’ora.

Fiat turbina 1954

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Silvano Lonardo

Mi occupo di Digital Strategist. Appassionato di Formula 1, Ciclismo, Pallamano e Lego. Insegnante di nuoto e due volte papà.

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