L’ultimo saluto a Graham Hill
Il 29 novembre 1975 ci lasciava Graham Hill. La sua scomparsa non avvenne sui circuiti ma per un fatidico incidente aereo sopra i cieli di Londra. Con lui perse la vita anche il promettente pilota Tony Brise, insieme ad altri membri del team Embassy Hill, tra cui il team manager Ray Brimble, i meccanici Tony Alcock e Terry Richards e il progettista Andy Smallman.
Hill è nato il 15 febbraio 1929 a Hampstead e viene ricordato come l’unico pilota che in carriera è riuscito a vincere il gran premio di Montecarlo, 500 Miglia di Indianapolis e 24 Ore di Le Mans. 18 stagioni in Formula 1 con due mondiali vinti nel 1962 con la BRM P57 e nel 1969 con la Lotus 49.
Il pilota inglese era particolarmente conosciuto sia per la sua intelligenza sia per la regolarità della condotta di gara. Un cosiddetto “pilota gentiluomo“.
La carriera di Hill inziò nel 1958, quando entrò nella Lotus come meccanico, pochi mesi dopo e il team Lotus decise di fare debuttare l’inglese al volante della Lotus 12 al gran premio di Monaco, dove si ritirò per la rottura di un semiasse.
Nel 1960 passò alla BRM, con cui vinse il titolo mondiale nel 1962. Nel 1966 Hill prese parte alla 500 Miglia di Indianapolis dove la vinse al volante di una Lola-Ford.
Nel 1967, torna alla Lotus, Hill contribuendo allo sviluppo della Lotus 49, spinta dal nuovo motore Cosworth V8. Con la morte dei compagni di squadra, Jim Clark e Mike Spence, all’inizio del 1968, Graham prese le redini della squadra, vincendo il suo secondo titolo anche con una macchina molto fragile e pericolosa che gli provocò fratture alle gambe durante il gran premio degli Stati Uniti il 5 ottobre 1969. Incidente che segnò la carriera di Hill. Dopo essersi ristabilito, Hill continuò a correre in Formula 1 per alcuni anni, senza però ottenere gli stessi successi.
Tra le sue frasi più belle vorrei ricordare : “Se mi accadesse il peggio starei solo pagando il conto per la felicità della mia vita.“