Mario Andretti: un talento italiano in america
Mario Andretti è da annotare, senza dubbio, tra i migliori talenti che si sono distinti nel mondo delle corse.
La sua lunghissima carriera lo ha visto correre e vincere in Formula 1, in Formula Cart, in Nascar e Can Am.
Nato in Istria, il giovane Mario si appassiona quasi subito alle macchine e va a lavorare come meccanico per avere l’opportunità di studiarne meglio la tecnologia.
È proprio in quegli anni che, vedendo passare la storica Mille Miglia, la passione celata nel suo cuore si trasforma in un amore travolgente.
La famiglia Andretti agli inizi degli anni sessanta si trasferisce in America in cerca di fortuna.
Mario, ottenuta la cittadinanza, decide che le corse diventeranno il suo mondo ed il suo mestiere non potrà che essere quello di pilota.
Inizia a correre nelle varie categorie, riuscendo a mettersi in luce e dimostrando un particolare talento nella guida delle vetture sport: riuscirà a vincere tre volte la 12 Ore di Sebring ed arriverà diverse volte a podio nella massacrante 24 Ore di Le Mans!
A bordo delle monoposto la consacrazione giungerà nel 1969 con la vittoria nella 500 Miglia di Indianapolis.
La F1 non può ignorare l’italo americano ed i vari team fanno a gara per vederlo in griglia di partenza.
Dopo diverse trattative, il debutto avviene al Glen, con una Lotus.
Quel giorno l’altoparlante del circuito ripete più volte il nome di Andretti…
Il giovane pilota, benché debuttante, è costantemente più veloce dei più titolati colleghi, tanto da ottenere, al termine delle qualifiche, la pole position!
Nonostante le aspettative della vigilia, l’esito della gara è sfortunato…
Mario è costretto al ritiro, ma la F1 capisce che per rilanciarsi in America non può prescindere dal talento italo americano.
La Ferrari lo vuole e lo ottiene!
Andretti debutta a bordo della rossa nel GP del Sudafrica del 1971.
“Piedone“, questo il suo soprannome, non tradisce le aspettative e va a vincere il gran premio.
I numerosi impegni negli Usa raffreddano, però, il rapporto con la scuderia italiana.
Quando sembra che Andretti e la F1 si debbano separare, arriva la chiamata della Parnelli, scuderia di bassa fascia, che gli permette, comunque, di rimanere legato al Circus, pur senza risultati eclatanti.
Nel 1977 passa alla Lotus, prende parte a tutta la stagione e, dopo un serrato duello con Lauda e Schekter, si classifica al terzo posto in classifica generale.
L’apogeo della sua parabola lo ottiene nel 1978 quando, grazie ad una Lotus stellare, riesce a conquistare il titolo di campione del mondo.
Dal 1979 in poi la parabola prende una china discendente.
La Lotus non riesce più a dargli una macchina competitiva e neppure il desiderio di fare grande l’Alfa riesce ad appagarlo.
La casa del biscione ha troppi problemi e Andretti non ha voglia di sobbarcarsi tutto il lavoro di sviluppo.
Nel 1982, scontento, decide di tornare a correre in America fino a settembre, quando la Ferrari lo richiama per sostituire l’infortunato Pironi a Monza.
Il pubblico è in visibilio: con la C2 ottiene la pole ed il terzo posto in gara!
Tuttavia, dopo la successiva corsa in America, decide di salutare il circus.
Dal 1983 si trasferisce definitivamente in America dove corre con i team di Newmann e Haas arrivando a conquistare il titolo cart nel 1984.
Appassionato di corse, non ha mai annunciato il ritiro, tanto che a 83 anni suonati ha provato la McLaren di F1, stupendo giornalisti ed addetti ai lavori…
Questa leggenda del nostro sport continua a far parlare di sé.
Sta cercando di coronare uno dei suoi sogni: vincere con un suo team!
Con il supporto del figlio, vuole entrare in F1 con un team tutto americano, ovviamente con l’obiettivo di primeggiare!