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Masten Gregory: l’ultimo vincitore a Le Mans con una Ferrari

Parlare di Masten Gregory non è semplice, anche perché, è complicato trovare il suo nome negli annali della F1, ma sbirciando nell’albo d’oro dei protagonisti della 24 Ore di Le Mans, troviamo proprio il suo nome affiancato Jochen Rindt. Accoppiata vincente che regalarono, nel 1965, l’ultima vittoria in questa storica competizione ad una vettura Ferrari.
Masten Gregory nacque il 29 febbraio 1932 a Kansan City, rimasto senza padre quando ancora era bambino, riuscì ad ereditare una grossa somma di denaro dalla compagnia di assicurazione che proprio il padre gli lasciò.

Con questa fortuna acquistò la sua prima vettura da corsa, la Mercury Allard, che portò in pista, per la prima volta nel 1952 alla 500 miglia SCCA. L’anno successivo corse a Sebring ritirandosi, ma vinse a Stillwater e in diverse gare in America con una Jaguar.

Trasferitosi in Europa disputò diverse gare tra cui il Tourist Trophy e la 24 ore di Le Mans, ma il suo compagno di squadra in quella gara si ritirò prima che possa prendere parte alla competizione.

Abbandonata momentaneamente l’esperienza nel vecchio continente, tornò nel 1956 negli USA conquistando molte vittorie nelle gare SCCA. L’anno successivo corse la 1000 km di Buenos Aires vincendola ed ottenendo il biglietto d’ingresso per la F1. Grazie all’ingaggio con la Scuderia Centro Sud, Masten andò subito a punti a Montecarlo con la sua Maserati 250F. Grazie a questo suo terzo posto diventò il primo americano a salire sul podio. Per le gare successive non partecipò al campionato, ma tornò dopo 4 GP, arrivando quarto nei Gran Premi di Pescara e d’Italia.

Nel 1958 disputò solo tre GP di Formula 1 con la Scuderia Centro Sud, a causa di un incidente durante una gara di vetture sport a Silverstone. Ritornato in pista riuscì ad ottenere un quarto a Monza, ma avendo condiviso la vettura con Schelby non gli furono assegnati punti. Nell’ultima gara del campionato, in Marocco, conquistò, con la la scuderia italiana, un sesto posto, prima di passare alla Cooper nel 1959.
A bordo della T51 arrivò terzo in Olanda e secondo in Portogallo, ma l’ennesimo incidente bloccò il pilota statunitense. Negli anni successivi passò alla guida di team privati come la Camoradi e la Porsche con sui arrivò dodicesimo nel Gran Premio d’Argentina. Ritornato Scuderia Centro-Sud con la Cooper T51 riuscì ad ottenere solo un nono posto in Francia, ma alla 24 ore di Le Mans stabilì il record di velocità nel giro.

Masten Gregory italia 1962
© Unknown

Nel 1962 passò al team UDT Laystall arrivando sesto nel Gran Premio degli Stati Uniti con la Lotus 24 e conquistando un punto, ma quell’anno vinse la 1000 km del Nurburgring ed arrivò quinto alla 24 ore di Le Mans. Altri 3 anni prima di ritornare in Formula 1 con la Scuderia Centro-Sud con cui ottenne solo un ottavo posto nel  Gran Premio di Germania con la BRM P 57.
Nel frattempo fu anche assunto dalla Ford, per sviluppare la GT40 per la 24 Ore di Le Mans.

Ma la vittoria a Le Mans, arrivò l’anno successivo, a bordo di una Ferrari 250 LM del Team NART, insieme a Jochen Rindt. Lo stesso anno partecipò anche alla 500 miglia di Indianapolis: partito dal fondo della griglia riuscì a risalire fino al quinto posto prima di ritirarsi.

La Ferrari 250 LM del team NART vince la 24 Ore di le Mans del 1965
© Getty Images

L’anno seguente, alla 1000 km di Monza conquistò il secondo posto. A seguito della morte di Jo Bonnier nel 1972 decise di ritirarsi dalle competizioni. Lasciò la vita terrena l’8 novembre 1985 a causa di un attacco cardiaco.

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Silvano Lonardo

Founder di F1world e appassionato di Formula 1, ciclismo, Lego e vinili. Mi occupo di Digital Strategist. Blogger, insegnante di nuoto e papà.

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