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Michael Schumacher – Intervista SKY – “I Signori della F1” – Parte 2

In questa seconda parte de “I Signori della F1”, Michael racconta l’esperienza che l’ha fatto entrare nell’Olimpo della Formula 1, grazi ai 5 titoli vinti con la Ferrari.

Michael Schumacher: “Jean Todt è stato senza dubbio fondamentale per la mia avventura alla

Ferrari, fin dal primo giorno è stato lui la chiave delle nostre vittorie. Devo ammettere di aver mai visto

nessuno dedicarsi alla propria professione come faceva lui io ero convinto di essere un grande lavoratore, ma non ero nulla confronto a lui. Era sempre in ufficio 7 giorni su 7 lavorando più di 14 ore al giorno, era il punto di riferimento per tutti.

Capì subito i nostri punti deboli, che risolse chiedendo il mio aiuto insieme a quello di Ross Brawn e Rory Byrne. Avevamo trasformato quello chiamo triangolo magico, che trasformò la Ferrari.

Schumacher Ferrari 100 gp
© michael-schumacher.de

Ovviamente ci fu bisogno di tempo perchè dovevamo sviluppare nuove infrastrutture, ma gli ingredienti erano quasi giusti. E soprattutto le persone, a partire da me e Jean fino a Montezemolo, che fu molto importante perchè appoggio tutti i nostri progetti a livello economico, non si oppose mai a nessuna proposta dandoci sempre ciò che avevamo bisogno.

Jean aveva le idee molto chiare ed agiva in modo davvero efficace. Fu una combinazione perfetta.

L’Avvocato Agnelli era la grande eminenza dietro le quinte. Un carattere incredibile, una persona davvero speciale, era un grande appassionato di Formula1, come anche Montezemolo. Vivevano per la Formula 1, ci stavano molto vicini ed erano sempre pronti a soddisfare ogni nostra richiesta con un entusiasmo speciale. Allo stesso tempo erano anche molto intelligenti e concreti, è ovvio che persone con qualità del genere fossero i migliori in tutto quello che facevano.

Schumacher Ferrari 200 gp
© michael-schumacher.de

I sette titoli mondiali rappresentano ovviamente il mio record più importante, in fin dei conti l’obiettivo è vincere i campionati, non si fanno sforzi e sacrifici solo per vincere una gara. Il titolo conquistato nel 2000 è stato il più importante e prestigioso per tutti noi. Jean Todt quel giorno sul podio disse che la vita da quel momento sarebbe cambiata…

Tutti i compagni che ho avuto in Ferrari sono stati importanti. Ho vinto tanto ma ho sempre avuto una mente aperta, non mi sono mai sentito il migliore ma un pilota che aveva qualcosa da imparare.
Guardavo gli altri per capire se facessero qualcosa meglio di me.
I miei compagni, ognuno con carattere, qualità e abilità diverse, mi hanno sempre insegnato qualcosa. Facevo attenzione ad ogni dettaglio per capire come potessi migliorare.

Schumache Ferrari
© michael-schumacher.de

La paura fa parte di questo lavoro, soprattutto quando perdi il controllo della situazione.
O quando i freni non funzionano e stai per sbattere contro il muro, come a Silverstone.
Hai paura, certo, ma non puoi farci niente. Quando sei coinvolto in incidenti in cui la macchina prende il volo non sai mai come potrà andare a finire,  ma si tratta di piccoli momenti.
Generalmente hai tutto sotto controllo e ti senti a tuo agio.
Quello che è successo a Silverstone è stato un caso eccezionale, non conosco bene i dettagli e le cause precise dei problemi alle gomme, ma posso assicurare che Silverstone è uno dei circuiti più veloci in cui le gomme vengono portate quasi al limite. Si scopriranno i motivi precisi, ma un pilota sa che una gomma può esplodere, è successo a tutti.

Non è piacevole, ma il problema più grande per me riguarda il fatto che le gomme dovrebbero essere compatibili con la maggioranza dei team in gara, non solo con poche macchine come invece sta succedendo in questi due anni. E poi le gomme dovrebbero essere in grado di supportare almeno l’80%, il 90% delle potenzialità di una macchina.
In circuiti come Monaco e Barcellona i piloti devono guidare sotto il 50% delle loro possibilità per conservare intatte le gomme.
Quando guardo quei GP me ne accorgo immediatamente. Per i piloti è frustrante e per nulla divertente, magari i tifosi non notano questi dettagli ma sarebbe normale che le gomme si adattassero alle caratteristiche delle macchine. Non dovrebbe esserci tutta questa discrepanza.

Rimanete sintonizzati settimana prossima la terza e ultima parte dell’intervista con il ritorno di Michael in F1.
Se vi siete persi la prima puntata ecco dove leggerla – Parte 1

 

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Silvano Lonardo

Mi occupo di Digital Strategist. Appassionato di Formula 1, Ciclismo, Pallamano e Lego. Insegnante di nuoto e due volte papà.

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