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1950-19592000-2009BiografieFormula 1On this day

Michele Alboreto: l’eroe gentile del Cavallino

Amabile, umile, gentile. Una persona perbene. Forse troppo per il mondo della F1, stando a sentire Niki Lauda. Michele Alboreto, nato il 23 dicembre 1956, se n’è andato nel 2001, lasciando un ricordo indelebile in chi lo ha conosciuto. Il pilota milanese trascorse buona parte della propria carriera automobilistica nella massima serie, conquistando cinque gare e sfiorando il titolo mondiale nel 1985. Alboreto corse per la Tyrrell, Arrows, Lola, Minardi e Ferrari, rimanendo l’ultimo pilota italiano ad avere vinto una gara in F1 alla guida di una vettura del Cavallino.

Gli esordi

A inizio della carriera, il pilota italiano si distinse sia nelle competizioni a ruote scoperte, dove, nel 1980, vinse il campionato europeo di Formula 3.
Contemporaneamente contribuì alla conquista del titolo iridato costruttori della Lancia nel 1980 e nel 1981.

Proprio nel 1981 il pilota milanese fece il suo debutto in Formula 1 con la Tyrrell, squadra in cui è rimasto fino alla fine del 1983.  A fine stagione arrivò l’offerta McLaren, ma,  quando nell’ottobre di quell’anno arrivò la chiamata di Enzo Ferrari, Michele non esitò: diventando un pilota Ferrari a fianco di Renè Arnoux. Dopo undici anni, finalmente un italiano ritornava a guidare una rossa, l’ultimo fu Arturo Merzario.

Nadia, l’amore di una vita

Correre per il Cavallino Rampante è l’occasione per capire se si potrà mai diventare un campione o rimanere solo buoni piloti“.
Sempre nel 1984 sposò Nadia, l’amore di sempre, sbocciato quando era un giovane sconosciuto della periferia di Rozzano, luogo di cui non si dimenticò mai, restando sempre legato agli amici d’infanzia.

Con la Ferrari disputò 80 gare, vincendone tre e partendo due volte dalla pole position. Nel 1985 divenne vice-campione del mondo alle spalle di Alain Prost.

Michele Alboreto Gp Monaco 1986 Ferrari
© Ferrari – Gp Monaco 1986

Da ricordare la vittoria di Michele Alboreto al gran premio di Germania disputatosi ad Hockenheim, quella fu l’ultima vittoria di un pilota italiano al volante di una Ferrari.
L’esperienza con la Rossa terminò nel 1988, per poi passare alla Tyrrell nel 1989 e all’Arrows nel 1990.
Due anni alla Footwork, la Scuderia Italia ed infine alla Minardi, dove concluse la carriera in Formula 1.

La parole di Enzo Ferrari su “Piloti, che gente…”

“E’ un giovane che guida tanto bene, con pochi errori. E’ veloce, di bello stile: doti che mi rammentano Wolfgang von Trips, al quale Alboreto somiglia anche nel tratto educato e serio. Ho sostenuto che è fra i sei migliori della Formula 1 e che con una macchina competitiva non sprecherà certamente l’occasione di diventare campione”. Purtroppo, quella possibilità per Michele non arrivò mai”

michele alboreto
© Ferrari

Alboreto, era spesso paragonato ad Alberto Ascari, per la sua grinta e per sua abilità nella messa a punto delle auto; nei box riusciva sempre a fornire precise e dettagliate indicazioni per migliorare le prestazioni della vettura ad ingegneri e meccanici.

Oltre alla F1, si mise in luce anche in molte competizioni riservate alle vetture a ruote coperte, aggiudicandosi anche la 24 Ore di Le Mans del 1997 e la 12 Ore di Sebring del 2001.

Michele morì il 25 aprile 2001 sul circuito del Lausitzring in occasione di un test privato con la Audi proprio in vista della 24 Ore di Le Mans. La sua vettura uscì di pista per la foratura di uno pneumatico. Nel 2021 la curva Parabolica dell’autodromo di Monza è stata intitolata alla sua memoria.

I numeri di Michele Alboreto

215

Gare disputate

5

Vittorie

23

Podi

2

Pole position

 

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Silvano Lonardo

Mi occupo di Digital Strategist. Appassionato di Formula 1, ciclismo, pallamano e Lego. Insegnante di nuoto e due volte papà.

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