10 aprile ricorre il compleanno di un campione, per tanti anni passato inosservato o quasi: Mike Hawthorn.
La storia di questo pilota ricorda la trama di una tragedia greca: nato con una patologia ai reni, ha costantemente sfidato in gara la “dama in nero”, uscendone sempre vincitore.
Il suo annus horribilis fu il 1958.
Sullo sfondo di una stagione a posteriori infausta, l’inglese “col farfallino”, questo il suo elemento distintivo, si fece notare, oltre che per il fascino ed i modi da pari d’Inghilterra, per la grinta e la ferocia che scaturivano dal suo pilotare.
A bordo pista dava l’impressione di non sapere cosa fosse la paura e, fuori dalla macchina, condivideva un’amicizia fraterna col proprio compagno di squadra, Collins.
In quella disgraziata annata, due furono gli eventi che arrivarono a scalfire la sua voglia di correre: in Francia il proprio compagno Musso, trovò la morte, mentre in Germania fu proprio l’amico di sempre Collins, distratto da questioni amorose, a perdere la vita.
Il sorriso da eterno bambino sparì dal volto di Mike che, nonostante i lutti ed il dolore provato, decise di terminare la stagione battendo sul filo di lana l’eterno secondo Stirling Moss.
Vinse il titolo e lo dedicò all’Amico scomparso.
Demotivato e minato dalla malattia ai reni, che da sempre lo accompagnava, decise di ritirarsi e godersi gli agi guadagnati grazie ad una carriera di successi con le corse.
Il destino in agguato lo attese nel 1959 sul rettilineo di Guildford dove, alla guida della propria Jaguar, la “dama in nero” lo abbraccio’ in un terribile schianto.