
Dopo aver ottenuto, in modo discutibile, il mondiale 1990, Honda si interroga sulla continuità dell’impiego del motore V10. In vista della stagione 1991, la casa giapponese decide di ripartire da zero e di progettare un nuovo motore V12 con un angolo a V di 60 gradi.
La McLaren, sorpresa dalla decisione della Honda, è costretta a modificare la progettazione della nuova monoposto: un esemplare della vettura viene infatti preparato appena in tempo per partecipare all’ultima sessione dei test precampionato in Portogallo.
Al termine di quella sessione, Senna non si mostra entusiasta del nuovo propulsore, anzi, sostiene che il vecchio motore fosse decisamente più prestazionale. Il pilota brasiliano non risparmia critiche neppure nei confronti della monoposto, tanto che l’aerodinamico Durand è costretto a rivedere il telaio. Arrivando a Phoenix, teatro della prima gara, le monoposto vengono pronte poche ore prima dell’inizio delle prove.

Senna respinge il motore in tutte le sessioni, ma in gara riesce a imporsi in modo tale che il suo avversario più pericoloso, Prost, non riesca minimamente a turbarlo. Dopo la vittoria, il pilota ha ben chiaro come sviluppare la monoposto e inizia una serie di test per arrivare al meglio preparato alla gara di Interlagos.
In Brasile, Senna compie una prestazione d’antologia: nonostante il cambio bloccato in sesta, riesce a contenere Patrese e a vincere la gara. Quella corsa mette in evidenza la nuova minaccia per il binomio Senna-McLaren: la Williams FW14, progettata da Newey e dotata di sistemi elettronici all’avanguardia.
Nelle successive cinque gare il pilota brasiliano sembra in difficoltà, ma torna a vincere in Ungheria e in Belgio, conquistando anche le piazze d’onore in Italia e in Portogallo. In Giappone, Senna e Mansell si sfidano apertamente per ottenere il “lasciapassare” verso la vittoria del campionato. Durante la gara, l’inglese esce di pista mentre tenta di tallonare il brasiliano, cercando di metterlo in difficoltà. In accordo con Ron Dennis, Senna cede la vittoria al compagno Berger, per ringraziarlo di avergli fatto da scudiero nelle ultime stagioni.

Con la vittoria in Australia, ultima gara disputata sotto una pioggia torrenziale, Senna chiude il campionato in bellezza, pur consapevole che, senza i problemi di affidabilità e alcuni errori dei piloti, la Williams FW14 avrebbe potuto affermarsi sotto la pioggia, grazie alla sua indiscutibile superiorità.
Il titolo del 1991 sarà l’ultimo per Senna e per la MP4/6: in seguito, a causa del mancato sviluppo della McLaren, il pilota brasiliano deciderà di trasferirsi alla Williams, dove incontrerà il suo destino.