Nelson Piquet Jr. l’uomo del crashgate
Figlio di un principe con poche macchie, in pista. Pilota discutibile come quel muro a Singapore, campione in Formula E

Un pilota discutibile. Forse, famoso per quel crashgate del 2008 a Singapore che fece tremare la Formula 1. Nel 2014 arriva il riscatto con la Formula E
Nelson Piquet Jr. figlio di una leggenda della F1, veemente pilota in pista, playboy fuori. Il giovane brasiliano ex Renault si può dire che abbia lasciato il segno in F1 e non solo. Singapore è stata una pagina nera del motor sport che ha visto coinvolti uno dei più grandi cacciatori di talenti: Flavio Briatore. Il figlio del 3 volte campione del mondo, dopo il 2008 non trovò spazio in F1 e decise di cercare fortuna altrove. Dall’America al grande ritorno in Europa che lo consacra campione del mondo nel 2014. Facciamo un tuffo nel passato e riscopriamo la carriera di una giovane promessa bruciata – forse – troppo in fretta da un ombra facilmente infiammabile.
Una carriera destinata a crescere
Nelson Piquet jr. nasce a Heidelberg il 25 luglio 1985. Inutile dire che la fortuna sia dalla sua parte. Si avvicina al mondo del motor sport nel Kart nel lontano 1993. Esser figli di un una leggenda porta i suoi vantaggi. Nel 2001 si presenta al campionato di Formula 3 Sud America un inizio di stagione non al top per lui che dovette adattarsi alle monoposto. L’anno successivo è l’anno buono; dominerà il campionato con grande scaltrezza vincendo tredici gran premi.
Fatto il suo dovere decide di trasferirsi in Europa per inseguire il fantasma del papà o forse, per agevolazioni? Ad ogni modo il pilota brasiliano debutta nel team di papà Nelson nella F3 inglese nel 2003. Il suo arrivo non venne visto di buon occhio, tra scetticismo e ostilità, Piquet Jr. dovette sgomitare per riuscire a scrostarsi quella pesante eredità che il papà ha lasciato alle sue spalle. “Tale padre tale figlio” recita un detto vecchio come il mondo. E Piquet Jr non è da meno; al primo anno interpreta al meglio il campionato e conquista il terzo posto in classifica e questo gli valse la chiamata da parte di Sir Frank Williams per un posto in F1 insieme ad un altro figlio d’arte Nico Rosberg. L’ingaggio esalta il brasiliano e l’anno successivo distrugge la concorrenza e vincerà il campionato.
Il 2005 lo vede impegnato in GP2, insieme ai grandi. Insieme a quelli che contano e che sanno contare. Al campionato viene iscritto Nico Rosberg; il tedesco non si lascia desiderare ed a fine anno vince il titolo con il coltello tra i denti dimostrando di esser pronto per la F1. Non si può dire lo stesso di Nelson Piquet Jr. che vincerà solo una gara e tra squalifiche e piazzamenti giù dal podio per vedere il primo posto ha usato un binocolo. Diversamente sarà l’anno successivo dove conoscerà il talento di un ragazzino che, da bambino, andò prendersi il futuro disturbando Ron Dennis. Quel bambino che già nei kart aveva le idee piuttosto chiare: “Un giorno voglio correre per il te!” disse a Ron Dennis – “Inizia a vincere questa gara, poi ne parliamo” fu la risposta. E cosi fu. Veloce e forte come il Maestrale Lewis Hamilton conquistò Ron Dennis. Il campionato non è florido di campioni o futuri campioni e per Nelson Piquet Jr. la strada doveva esser in discesa; Si parte da Valencia, passando per Imola e Nürburgring F1, l’anno parte bene, 3 vittorie nelle prime 4 gare di campionato, ma il Re Nero, il predestinato alla F1 è come un puma e con costanza guadagna 114 punti contro i 102 del brasiliano. Risultato? Nelson Piquet Jr. nonostante le vittorie, non riuscirà a vincere il titolo. La lotta con Hamilton sarà serrata fino all’ultimo Gp a Monza. Come sempre l’Autodromo di Monza si trasforma in teatro e incorona Hamilton campione, Piquet Jr. arriverà secondo in classifica.
A cavallo di fuoco, uomo di paglia, a uomo di fuoco, cavallo di paglia. La Formula 1 è come la febbre da cavallo, se non stai attento la prendi! Ed è proprio ciò che accadde…
Un buon pilota lo si distingue sempre. Un eccellente pilota si mette in mostra subito, anche con una vettura meno performante. Nelson Piquet Jr. in quale categoria si potrebbe inserire? Difficile dirlo. Dopo un anno di transizione tra il 2006 e il 2007, Renault decide di farlo diventare pilota ufficiale affiancandolo a Fernando Alonso per la stagione 2008. Annata eccezionale e molto danarosa dal punto di vista dello spettacolo; Ferrari contro McLaren, Raikkonen campione del mondo ( l’ultimo per Ferrari ndr ) Hamilton voglioso di rifarsi dopo quel fastidioso errore causato volutamente dal suo ex compagno di squadra Alonso. Stagione incandescente e le aspettative vengono rispettate. In Renault c’è Briatore a gestire il team, e alla quartultima gara di campionato a Marina Bay street circuit va in scena una delle più grandi opere teatrali di F1 mai viste in diretta mondiale;
Felipe Massa scatterà dalla Pole Position, seguito da Hamilton e da Raikkonen. La gara è un concentrato di giochi psicologici pronti a scattare come tante trappole per topi. I piloti scattano e il brasiliano infuoca la torcida tenendo testa all’inglese, e iniziano la fuga… Ma il lupo travestito da pecora è pronto a fare la sua mossa: Siamo al quindicesimo giro, curva Raffles Avenue, bandiere gialle, Safety Car in psita! Tutti i vantaggi annullati, e inizia il valzer dei pit stop. A muro la Renault di Nelson Piquet Jr. finito in testa coda per un “eccesso di foga”, un errore umano, insomma. Ferrari combina guai, Massa strappa il bocchettone del carburante, Hamilton tampona Raikkonen, Rosberg in testa alla gara ma deve scontare uno stop and go. Regna il caos. All’improvviso il regno caotico del paddock F1 si trasloca in pista e fra i litiganti Alonso, in punta di piedi, si piazza in testa la gara avendo fatto un pit stop un giro prima di tutti gli altri. Vecchia volpe. Si potrebbe dire che avesse la palla di cristallo in macchina quel giorno.
Il mondiale finirà nei peggiori dei modi, non solo per Ferrari. Nelson Piquet Jr. viene scaricato da Briatore per carenza di risultati e così nel 2009 si troverà senza un volante. Ma la vendetta è un piatto che va servito freddo e se è vero il detto “tale padre tale figlio” il pungente carattere brasiliano non si fa attendere molto e, con un Jab, Nelson Piquet Jr. decide di andare alla corte della FIA per denunciare Flavio Briatore. Il resto è storia. Alonso doveva vincere la gara, la vettura era inferiore, si è cercato uno stratagemma e in qualche modo ha funzionato. Ma questo episodio a condannato il giovane brasiliano macchiando in modo definitivo la sua carriera in F1. Spinto dal padre – altro pilota tutto pepe – la vendetta riuscì solo parzialmente; Briatore e Symonds ritenuti colpevoli vennero allontanati dalla F1 e la Renault per l’imbarazzo li scaricò. Il Crashgate più velenoso della storia si concluse con una retrocessione della FIA che alzò bandiera bianca contro la decisione del Tribunal de Grande Instance di Parigi che annullò la sospensione. Costi troppo elevati. Tuttavia Piquet Jr. tentò di entrare in Marussia ma la risposta fu secca e decisa: “Come membro del consiglio di amministrazione” – dichiarava Alex Tai – “devo assicurare che se sponsorizziamo una squadra non vogliamo gente che imbroglia”.
Finita l’epopea F1 il brasiliano tentò fortuna in America nella Nascar, li sembra che i fatti del 2008 non siano arrivati. Resterà in America per qualche anno, poi arriva l’occasione per il riscatto la Formula E
La stella brasiliana, figlio di un tre volte campione del mondo, inizia ad esser opaca. In Nascar non raccoglierà i risultati sperati nonostante tentò in vari campionati. Dopo un anno sabbatico decide di provare nella neo nata Formula E.
Troverà un sedile per la China Racing per la stagione 2014-15, il campionato è corto 13 gare in tutto; La lotta è serrata, gli iscritti al campionato corrono con il coltello tra i denti senza pensare troppo alle conseguenze. Lo spettacolo ne beneficia, il campionato parte bene per tutti. Anche per Nelson Piquet Jr. che su 11 gare salirà sul podio 5 volte. Una sola vittoria a Long Beach gli permetterà di prendere il largo con 144 punti e questo lo dichiarò campione nel neo campionato a bordo di una Spark-Renault SRT 01E. A farne le spese sarà un talento mancato, Sebastian Buemi. Gli anni successivi non saranno altrettanto generosi di risultati come il primo anno. Al momento il brasiliano rincorre una sua chimera a bordo della Spark-Jaguar I-Type 3 che però non sembra esser all’altezza del campione. O forse è il campione a non esser all’altezza?
Nelson Piquet Jr. la scelta di denunciare un gioco di squadra non ha certo giovato alla tua carriera e di certo è stata una zappa sui piedi. Bella forte direi! Forse l’ombra della leggenda è un peso troppo grande da sostenere per il trentaquattrenne? Chissà. Di certo la presenza di un vecchio lupo in F1, permaloso e invidioso, non giova mai, sopratutto ad una giovane “promessa” in Formula 1.
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— Nelson Piquet Jr. (@NelsonPiquet) December 12, 2018