Peter Collins: il cavaliere della Formula 1
Il 6 novembre 1931 nasce a Kidderminster in Gran Bretagna, Peter Collins. Cresciuto nella categoria 500 cc, poi diventata Formula 3 nel 1950, Peter fece il suo esordio nella massima serie con la HWM nel 1952, anno in cui corse con l’Aston Martin nelle gare sport, vincendo la Nove Ore di Goodwood e, l’anno successivo, il Tourist Trophy.
Nel 1954 passò alla GA Vandervell dove disputò solo tre gran premi, non ottenendo punti. Il trasferimento alla Maserati fu breve, ma anche a sua permanenza nella scuderia modenese.
Nel 1956 il trasferimento in Ferrari e dove Collins passò alla storia come il pilota che, nell’ultima gara del campionato, cedette la sua vettura all’avversario diretto per la vittoria del mondiale.
Era il 2 settembre 1956, ultima gara della stagione sul circuito brianzolo di Monza. Juan Manuel Fangio era in testa alla gara, quando la sua Lancia-Ferrari cominciò a dare problemi meccanici, costringendo al ritiro l’argentino e consegnando la leadership della corsa al rivale della Maserati Stirling Moss.
Collins, compagno di squadra di Fangio, aveva anch’egli la chance di vincere il titolo in caso di successo a Monza, ma scelse di fermarsi ai box e cedere la vettura al suo caposquadra , il quale concluse la gara al secondo posto conquistando così il suo quarto titolo iridato.
L’anno successivo gli fu affiancato il connazionale Mike Hawthorn di cui divenne inseparabile amico, fuori e dentro la pista. Nel 1957 la 801 F1 non era così competitiva rispetto alla Maserati e alla Vanwall e costrinse Collins ad un misero nono posto a fine campionato.
L’anno successivo la Ferrari tornò ai massimi livelli con la 246 F1. In quell’anno, il pilota inglese colse anche ottimi risultati nelle gare sport, vincendo fra l’altro la 1000 Chilometri di Buenos Aires e la 12 Ore di Sebring, entrambe in coppia con l’americano Phil Hill al volante di una 250 Testa Rossa.
In Formula 1 Peter Collins, insieme ai compagni Mike Hawthorn e Luigi Musso sembravano in grado di battere la Vanwall di Moss e Brooks. Ma nel gran premio di Francia a Reims, il 6 luglio, perse la vita Musso. Il 19 luglio, Collins, vinse a Silverstone, ma fu questa l’ultima vittoria del pilota inglese che perse la vita nel gran premio di Germania al Nurburgring due settimane più tardi. Era il 3 agosto 1956 e il duello Collins-Brooks era accesissimo proprio in quel duello il pilota inglese perse il controllo della sua Ferrari e finì in un fossato dopo aver urtato un albero: nonostante i soccorsi e il trasporto in ospedale, Peter morì per le ferite riportate.
Le parole di Enzo Ferrari nel libro “Piloti, che gente..”
“La sua passione per le corse era pari alla passione e alla competenza meccanica. Peter era l’uomo che montava su una macchina e al primo giro di percorso sapeva individuare l’esatto regime di coppia massima del motore, il regime massimo al quale conveniva sfruttarlo e cambiare le marce per ottenere il miglior rendimento, e così via. Era un pilota, in una parola, che assimilava la macchina, ne intuiva le possibilità e sapeva indicarle ai tecnici con buona approssimazione, spesso con precisione assoluta. Un elemento prezioso per la messa a punto e lo sviluppo della vettura. In corsa era consistentemente veloce e, soprattutto, era irriducibile“.