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Peter Revson e la sua passione sfrenata per le corse

Peter Revson, nasce da una ricca famiglia americana, leader mondiale di cosmesi, ma la carriera da manager non affascinava il giovane pilota di New York, nato il 27 febbraio 1939.

Educato, intelligente e dall’aspetto affascinante, tantoché Giorgio Terruzzi lo paragonò al “gemello” di McQueen. Revson iniziò ad appassionarsi per le corse, dalla prima adolescenza, quando a 16 anni con una Morgan si mise subito alla luce in molte gare cadette nella East Coast americana.

Nel 1964, usando parte del suo capitale personale si trasferì in Europa dove partecipò al campionato di Formula Junior, in quel periodo tra l’altro risiedeva a Londra in un piccolo appartamento in condivisione con Chris Amon e Mike Hailwood.

IL DEBUTTO DI NELLA CLASSE REGINA

Il debutto in Formula 1 avvenne proprio quell’anno alla guida della Lotus, ma riuscendo a terminare solo due gare su sei, con risultati poco esaltanti. Sempre nel 64 partecipò anche a diversi eventi non validi nel campionato del mondo tra cui: Siracusa, Enna e Solitudine in Germania.

L’anno successivo gareggiò in F2 con il team Lotus di Ron Harris e vincendo in Formula 3 il GP di Monaco. Nel 1966 fu ingaggiato dalla Ford per correre nella classe GT. Alla 24 Ore di Le Mans con la GT40 fu costretto al ritiro per un problema al motore, così anche alla 24 ore di Daytona e alla 1000Km di Monza, invece alla 12 ore di Sebring e alla 1000 Km di SPA riuscì ad arrivare terzo in coppia con Skip Scott.

Nei due anni successivi corse nelle gare americane di CanAm e TransAm, facendosi conoscere da una platea più ampia. Ritornato in Europa, arrivò secondo alla 12 ore di Sebring, condividendo una Porsche 908 con Steve McQueen, mentre fu costretto al ritiro alla 500 Miglia di Indianapolis.

Nel 1971 arrivò secondo sempre a Indianapolis, dopo aver conquistato la pole con la McLaren M16, mentre vinse a Road Atlanta, Watkins Glen, Elkhart Lake, Donnybrooke, Brainerd e Laguna Seca conquistando il titolo nella categoria Can-Am.

1972 podio GP Canada - Jackie Stewart - Peter Revson e Denni Hulme
© McLaren Racing Ltd.

Sempre lo stesso anno partecipò all’ultima gara del campionato del Mondo di Formula 1 con la Tyrrell terminando la sua gara al primo giro per problemi alla frizione.

Peter Revson a Woking

peter revson gp sud africa 1972
© McLaren Racing Ltd.

Nel 1972, Revson firmò un contratto biennale con la McLaren; dopo il ritiro nel Gran Premio di Argentina, per problemi al motore arrivò il primo podio della carriera nel Gran Premio del Sudafrica con il terzo posto.

In Spagna arrivò quinto, mentre saltò la gara del Principato, per poi arrivare settimo in Belgio. Dopo aver saltato la gara la gara francese, conquistò il terzo posto nei Gran Premio di Gran Bretagna e Austria ma saltando la gara sul suolo tedesco.

Quarto in Italia e secondo in Canada dietro a Jackie Stewart, dopo essere partito dalla pole position. Concluse il campionato al quinto posto con 23 punti.

peter revson e ronnie peterson 1973
© McLaren Racing Ltd.

L’anno successivo partecipò più attivamente al campionato di Formula 1, saltando solo il Gran Premio di Francia e arrivando secondo a Kyalami, ma collezionando solo un ottavo posto e un ritiro con la M19C, all’inizio della stagione 73. In Spagna debuttò la nuova McLaren M23, dove arrivò quarto.

In Belgio si ritirò per un incidente, mentre arrivò quinto a Montecarlo, settimo in Svezia, mentre in Gran Bretagna conquistò la sua prima vittoria in carriera battendo Peterson.

In Italia Peter Revson arrivò terzo, invece in Canada, sul tracciato di Mosport conquistò la seconda vittoria, battendo Fittipaldi. Il campionato terminò con trentotto punti conquistati e il quinto posto in classifica generale.
Dal punto di vista familiare, Revson ricucì del tutto i rapporti con la famiglia, nonostante lo sponsor che campeggiava sulla sua McLaren, ovvero la Yardley, principale concorrente dell’azienda del padre.

peter revson gp spagna 1973
© McLaren Racing Ltd.

La carriera del giovane pilota americano, si faceva interessante: arrivarono diverse offerte, tra cui quella della Ferrari e il rinnovo del contratto con la stessa McLaren.
Ma all’apice della carriera, Revson fece una scelta controcorrente, firmando un contratto l’emergente Shadow.

Il passaggio alla Shadow

LA DN3 nera era in costante crescita, anche se nelle prime due gare di campionato, arrivarono solo due ritiri. Però arrivò sesto a Brands Hatch nella “Race of Champions”, gara non valida per il per il campionato del mondo

Poi arrivò il 22 marzo 1974, il team UOP Shadow Racing Team, era impegnato in una lunga serie di test privati a Kylami in Sudafrica, quando un dado anteriore si spezzò alla curva Barbecue. L’impatto fu fatale: la vettura di Revson, finì contro il guard rail e prese fuoco. Le fiamme avvolsero rapidamente l’auto da corsa di Revson, senza lasciare scampo al pilota, nonostante l’intervento coraggioso di Denis Hulme, suo ex compagno di squadra ai tempi della McLaren, che si affrettò ad aiutarlo a liberarsi dai rottami. Per il trentaquattrenne non ci fu nulla fare.

Ci lasciò così uno dei più promettenti piloti degli anni 70.

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Silvano Lonardo

Mi occupo di Digital Strategist. Appassionato di Formula 1, ciclismo, pallamano e Lego. Insegnante di nuoto e due volte papà.

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