Prima di tutti González

Quando in lontananza appariva la Ferrari numero 12, oltre all’inconfondibile suono del motore, un altro elemento rendeva unica la sagoma in avvicinamento: un testone quasi fuori misura.
Per questa curiosità non è difficile capire perché i tifosi argentini del pilota lo avevano soprannominato “El cabezon” mentre in Europa, per il suo stile particolarmente grintoso, i tifosi lo soprannominarono il “toro della pampa”.
Nonostante le Ferrari fossero potentissime, nel 1950 furono battute dallo squadrone Alfa. Le continue sconfitte irritarono il Drake che, ritenendo le proprie macchine perfette, imputò ai propri piloti la responsabilità delle sconfitte.
Stanco di perdere, Ferrari nel 1951 si fece convinto che l’unico pilota in grado di vincere fosse un González e lo ingaggiò promettendogli anche una Ferrari GT come ulteriore incentivo affinché non si risparmiasse nella ricerca della vittoria.

In Francia ottenne il primo podio e nel Gran Premio successivo in Inghilterra, conquistò la pole position.
Partendo dalla posizione al palo, González combatté ruota contro ruota con il suo amico e alfiere dell’Alfa Fangio per più di due ore.
Dopo una serie di sorpassi e contro sorpassi, la Ferrari numero 12 si ritrovava in testa ma la vittoria è ancora in bilico, come nella Formula Uno moderna, bisogna aspettare i pit stop. Fangio entrò ai box per rifornire ma anche per cambiare le gomme posteriori rimanendo fermo un minuto, mentre Gonzales, bravo a risparmiare le gomme, effettuò solo il rifornimento ripartendo dopo solo 23 secondi.
Una volta in testa El cabezon, controllò la gara e dopo due ore e quaranta minuti regalò a Ferrari la sua prima affermazione in formula uno.
Per il Drake la vittoria ebbe il sapore della rivincita, anni prima era stato licenziato dall’Alfa dopo aver imparato tutti i segreti di questo sport e in occasione del trionfo inglese ebbe a dire “oggi ho ucciso mia madre”
Oltre alla prima vittoria in Formula Uno, a Gonzales, la Ferrari deve l’affermazione a Le Mans nel 54 e la vittoria, sempre nello stesso anno, a Silverstore dove sconfisse le Mercedes, già allora temibili avversarie.

El cabezon, lo sappiamo, era grande amico di Fangio, ma dal campione argentino non aveva nulla in comune, infatti il suo modo di correre era totalmente diverso, c’erano gare dove poteva essere protagonista di prestazioni fantastiche per cadere in un “letargo agonistico” che poteva durare diversi gran premi.
González di sicuro è stato fondamentale nella storia della Ferrari e, cosa curiosa, l’argentino ha sempre smentito il regalo della berlinetta dicendo che il premio fu solo un orologio, il massimo ottenibile dal Ferrari d’allora.