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Favolosi anni 70

Lo scorso 17 aprile Riccardo Patrese ha compiuto 70 anni.
La storia in Formula Uno del padovano volante inizia nel 1977 quando, grazie ai buoni auspici di uno sponsor, Patrese debutta a Monaco con una Shadow ottenendo la qualificazione.
Quando la Shadow si trasforma in Arrows, in Sud Africa l’italiano disputa una delle più belle gare della sua carriera: dalle retrovie comincia a risalire le posizioni annichilendo i migliori piloti dell’epoca fino a raggiungere la testa della corsa.

Riccardo Patrese 1979 Arrows A1B Imola
© Wikipedia / Gilberto Benni

La cavalcata, giro dopo giro, si trasforma in trionfale, poi… il motore si rompe mandando in fumo le speranze di vittoria dell’italiano.
L’ascesa dell’italiano non piace ai colleghi che lo considerano un intruso nel gotha dell’automobilismo e a Monza, dopo l’incidente che ferirà mortalmente Peterson, l’italiano viene eletto a colpevole perfetto nonostante sulle pagine di Autosprint ci sia la documentazione fotografica della sua innocenza, e decidono di squalificarlo per una gara.
Solo molti anni dopo la giustizia penale lo assolverà da ogni tipo di responsabilità. In quel periodo, nonostante fosse piagato da false accuse, Riccardo reagisce con dignità e voglia di diventare un grande, palesando spesso un carattere scontroso dovuto anche, se non soprattutto, alla scarsa fiducia che l’italiano ha nei confronti dei colleghi.
Dopo qualche illusione ferrarista, Ecclestone, allora padre padrone della Brabham, lo chiama ad affiancare il campione in carica Piquet.
Con la macchina inglese riesce a imporsi a Monaco, diventando l’ultimo pilota ad aver aperto le danze alla sera con Grace Kelly.
La vittoria a Monaco gli dà lustro, che consolida nelle gare Endurance con la Lancia, dove viene battuto dalla Porsche di Ickx.
Nel ’83, in Formula Uno, l’illude di partire alla pari di Piquet, ma un’uscita di strada a Imola, mentre è in testa a due giri dalla fine, lo relega a cavia tecnica per poter dare al brasiliano una monoposto vincente.

Riccardo Patrese gp italia 1983
© Wikipedia

Negli anni ’90 approda alla Williams, dove diventa il beniamino della squadra. Col team inglese ottiene delle belle soddisfazioni ma soprattutto, finalmente, la vittoria a Imola.Nonostante l’impegno, la squadra inglese favorisce Mansell, impedendo di fatto all’italiano di correre ad armi pari col compagno inglese.

Imola 27 April 2019 Historic 1992 F1 Williams FW14B Riccardo Patrese
© Depositphotos

Nonostante tutto, nel ’92 riesce a classificarsi secondo e, sentendosi ancora competitivo, Riccardo Patrese viene attratto dalle sirene Benetton. La scuderia italo-inglese, nel disegno di Briatore, vuole affiancare alla stella Schumacher un pilota d’esperienza che possa far maturare il tedesco ed essere pronto a raccoglierne i risultati in caso di defaillance.
La bravura di Schumacher relega l’italiano a comparsa e Briatore non esita ad apostrofarlo come “bollito” per spingerlo al ritiro.
A fine stagione ’93, Patrese decide di ritirarsi dalla Formula Uno, ma l’anno dopo, in seguito al fatale incidente di Senna, la Williams cerca di riportarlo in squadra, ma, dopo qualche notte insonne, Patrese decide di declinare l’offerta. Mentalmente l’italiano con la Formula Uno ha chiuso, e un contratto ben remunerato non è una motivazione così forte per ritornare sui propri propositi.
Di Riccardo ricordiamo la carriera intensa e bellissima ma soprattutto l’essere un vero signore nelle squadre dove ha corso e resiliente a ogni monoposto che ha guidato.

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Federico Sandoli

Esperto di logistica e trasporti, sempre pronto a recepire le novità ed a proporre soluzioni operative innovative. Lettore accanito, con una passione particolare per la scienza, la medicina ed…i supereroi. Iscritto al Club Ferrari di Maranello dalla nascita, curo da sempre la mia passione per la Ferrari e la F1 in genere. Colleziono modellini che posiziono rigorosamente in funzione del periodo dell’anno e degli eventi legati a piloti e case costruttori e custodisco gelosamente alcune lettere autografe oggetto di uno scambio di corrispondenza con l’Ing. Ferrari.

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