Riccardo Patrese: l’altra Italia

Riccardo Patrese, che ho avuto il piacere di incontrare lo scorso settembre in occasione della presentazione del documentario sulla Tyrrell a sei ruote, è il pilota italiano che ha vinto più gare e che, insieme ad Alboreto, è stato molto vicino a vincere il titolo.
Patrese dimostrò subito un grande talento sui kart conquistando il campionato italiano, due titoli europei ed il mondiale di categoria.
Dopo aver conquistato tutto sui kart, per Riccardo si aprono le porte del professionismo su 4 ruote.
Dopo gli ottimi i risultati ottenuti in Formula Tre ed in Formula Due gli si aprono le porte della Formula Uno.
È la Shadow a permettergli di debuttare a Monaco nella massima formula. Il padovano, nonostante le difficoltà del tracciato, ottiene il nono posto finale nel salotto buono dei circuiti…

L’ottima prestazione fa sì che la Shadow lo confermi per il prosieguo della stagione, così in Giappone ottiene un ottimo sesto posto che gli vale il primo punto mondiale!
Un terremoto societario porta la dirigenza della Shadow a dividersi ed a fondare l’Arrows.
Patrese li segue, convinto che il team possa crescere e farlo maturare in un ambiente familiare.
Rimane con la Arrows fino al 1981: quattro stagioni dove i migliori risultato sono un terzo posto a Interlagos, un secondo a Imola ed una pole a long Beach.
Stanco delle continue promesse e diventato un pezzo pregiato del mercato, Riccardo cede alle lusinghe di Ecclestone e della Parmalat e, per la stagione 1982, si accorda con la Brabham.
Con la scuderia inglese ottiene una rocambolesca vittoria a Monaco, il resto della stagione la consuma a collaudare la macchina ed a rendere affidabile il motore BMW turbo.
Nel 1983, Piquet, suo compagno di squadra, conquista il titolo…
All’italiano rimangono solo risultati di ripiego ed una vittoria in Sud Africa, conquistata a titolo già assegnato al compagno.
Resosi conto che nella scuderia inglese sarebbe stato per sempre lo scudiero di Piquet, nel 1984 approda all’Alfa Romeo.
Mai scelta fu più sbagliata!
I dissidi all’interno della squadra non portarono a sviluppare adeguatamente la macchina e così Patrese ottenne un solo podio a Monza….

Nel 1985 andò anche peggio: nessun punto conquistato!
Dopo due stagioni deludenti a Patrese non resta che tornare alla Brabham, l’unico team disposto a puntare su di lui.
La scuderia inglese per il 1986 mette in pista la BT55, monoposto talmente innovativa che, per essere sviluppata al meglio, necessita di moltissime ore di test.
Proprio alla vigilia di uno di questi test in Francia, Riccardo è pronto a raggiungere la squadra, ma all’ultimo si fa convincere da De Angelis, suo compagno di squadra, di rimanere a casa e farsi sostituire da lui.
La proposta di sostituzione sarà fatale al romano che troverà la morte per il cedimento dell’ala posteriore della monoposto….
Patrese, visibilmente scioccato, termina la stagione, ma non riesce a dimenticare che il destino lo ha salvato da una fine certa in Francia…
Il 1987 è il suo ultimo anno alla Brabham.

Ecclestone ormai si sta disinteressando alla gestione del team ed i risultati scarseggiano, tanto che nelle ultime due gare il pilota italiano viene chiamato dalla Williams per sostituire l’infortunato Mansell.
Alla Williams, dopo una stagione 1988 di transizione, nel 1989 riesce ad ottenere sei piazzamenti a podio e nel 1990 a tornare a vincere a Imola!
Nel 1991 sembra adattarsi meglio alla nuova macchina con sospensioni attive: vince in Messico ed in Portogallo ed ottiene diversi piazzamenti ma, nel momento decisivo, la squadra decide di appoggiare Mansell che diventa lo sfidante ufficiale di Senna per il titolo…
Alla fine della stagione è comunque terzo e ripone molte speranze in quella successiva.
Durante l’inverno macina chilometri di test per rendere la nuova Williams imbattibile, ma una delusione cocente lo aspetta: la squadra inglese ha già deciso che a vincere sarà Mansell.
L’inglese disputa una stagione impeccabile e vince il suo primo ed unico titolo.
A Patrese rimane la consolazione del platonico titolo di vicecampione del mondo…
Il ciclo Williams è ormai finito ed il pilota italiano si trasferisce alla Benetton dove subisce l’arrembante Schumacher che, ancora una volta, lo relega a seconda guida…
Alla fine del 1993 si ritira e, anche se più volte è stato tentato a tornare, la tragedia occorsa a Senna è per lui un segnale e gli fa capire che deve appendere definitivamente il casco al chiodo.
Patrese lascia il circus con l’orgoglio di essere l’italiano di maggior successo nella F1 moderna, ma anche con il grande rammarico di non essere mai riuscito a guidare una Ferrari…
Anche oggi, a distanza di anni, l’amarezza traspare dalla voce e dagli occhi del pilota…