Ricordando Jo Bonnier
Il 31 gennaio 1930, nasceva a Stoccolma Joakim Bonnier, per gli amici “Jo“. Figlio di un professore di genetica, Bonnier fu pilota di grande valore ed esperienza e rappresentò per anni la punta di diamante dell’Automobilismo svedese.
Fu anche il presidente fondatore dell’Associazione dei Piloti, ovvero l’attuale “sindacato”: nato principalmente nel diffondere la sicurezza sui circuito automobilistici.
Alto, slanciato, barbuto, profondo conoscitore di sei lingue, Bonnier iniziò a correre nel 1948 partecipando in tutta la sua carriera a più di 600 corse fra le quali 109 Gran Premi.
Per mantenere la propria carriera cominciò vendere auto usate, poi con l’appoggio dell’Alfa Romeo, nel 1955 riuscì a partecipare alla Mille Miglia, biglietto d’ingresso per la massima categoria del motorsport, dove debuttò l’anno seguente.
La prima vittoria in F1 la colse nel Gran Premio d’Olanda del 1959 con una BRM 25: in quell’occasione Bonnier stabilì due primati: fu il primo pilota svedese ad aggiudicarsi un Gran Premio e a portare alla vittoria una BRM. Tra i risultati di quella stagione anche, un quinto posto i Germania.
La stagione successiva arrivarono molto ritiri ma due quinti posti a Monaco e negli Stati Uniti a Sebring.
Nei due anni successivi passò alla guida di una Porsche, terminando entrambe le stagioni al 15º posto con 3 punti. Nel 1963 passò alla guida di una Cooper, concludendo il campionato all’11º posto con 6 punti. Poi la stagione successiva decise guidare una Brabham ma con risultati mediocri. Fino al 1971 si alternò alla guida di Cooper, Brabham, Lotus e McLaren senza ottenere risultati di rilievo.
Ma le maggiori soddisfazioni Bonnier le colse nelle gare di durata; infatti iscrisse per due volte il proprio nome nell’albo d’oro della Targa Florio al volante di una Porsche. Nel 1960 con Hans Herrmann e nel 1963 con Carlo Mario Abate. Con Lucien Bianchi su Ferrari vinse la 12 Ore di Sebring del 1962, mentre nel 1964 con Graham Hill si aggiudicò la 12 Ore di Reims e la 1000 km di Parigi sempre su Ferrari. Nel 1966 I’equipaggio Bonnier-Hill portò la Chapparral alla prima affermazione in una gara di durata: la 1000 km del Nürburgring. Dopo tre anni, si classificò, secondo alla 1000 km d’Austria su Lola “T70” e quinto in quella di Spa su Lola-Chevrolet.
Allontanandosi progressivamente dal mondo delle corse, Bonnier si dedicò al Campionato Europeo Marche aggiudicandosi il titolo al volante di una Lola-Ford, Nel 1971, sempre su Lola, si classificò primo con Peterson nella 1000 km di Barcellona, e terzo alla Targa Florio.
L’ultima affermazione Jo Bonnier l’ottenne nel marzo del 1972 proprio a Le Mans vincendo la 4 Ore col belga De Fierlant.
Ma l’11 giugno 1972 durante la 24 Ore di Le Mans del 1972, Bonnier, alla guida di una Lola, stava effettuando una lunga rimonta, quando si trovò davanti la Ferrari Florian Vetsch, decisamente più lenta. Probabilmente a causa di un errore di valutazione, il pilota svedese mise le ruote della sua vettura sull’erba e venne sbalzato contro la vettura del rivale, che a sua volta la catapultò in mezzo agli alberi. Purtroppo per Bonnier morì sul colpo, lasciando al proprio paese il ricordo di un ottimo pilota.