fbpx
1960-19691990-1999BiografieOn this day

Ricordando Roland Ratzenberger e quella morte dimenticata della Formula 1

Il 30 aprile 1994, durante le prove del Gran Premio di San Marino, perse la vita il giovane pilota austriaco, Roland Ratzenberger. Per molti un semplice sconosciuto, alla guida di una monoposto senza tanta storia di corse alle spalle: la Simtek.

Solo 37 giorni è durato il sogno di Roland arrivato in Formula 1 proprio nel 1994. Nato a Salisburgo, il 4 luglio 1960, iniziò sin giovane a dedicarsi alle corse. Il suo idolo non poteva essere che il connazionale Niki Lauda.

Dal gioco alle prime sfide

L’adolescenza, il giovane austriaco di Salisburgo, la passò divertendosi a costruire piccole quattro ruote con cui sfidare gli amici. Diventato maggiorenne decise di lasciare gli studi per diventare meccanico. Iniziò a vincere gare importanti che  lo rilanciarono fino alla F3 inglese, senza però suscitare l’interesse dei team di F1.
Questo non fermò il pilota austriaco, tra il 1987 e il 1993, partecipò 5 volte alla 24 Ore di Le Mans, vinse diverse gare nel campionato automobilistico giapponese e nel 1992 si classificò settimo in classifica generale in F3. Sempre nella stessa categoria ottenne l’undicesimo piazzamento l’anno successivo.

Nel 1994 con tanti sacrifici si pagò l’ingresso in Formula 1, all’età di 34 anni, la stessa di Ayrton Senna.

Roland Ratzenberger
© Getty Images

Due carriere diametralmente opposte: Senna era l’idolo del circus, mentre Roland riusciva forse a finire la gara. Il brasiliano veniva pagato per correre, Roland invece pagava per sedersi all’interno di una monoposto di F1 (aveva il denaro per solo 4 gare) e grazie a questa tenacia che l’austriaco riuscì ad esaudire il suo sogno di correre nella categoria regina.

Il debutto in Formula 1 arrivò al Gran Premio del Brasile, dove non riuscì nemmeno a qualificarsi per la gara. In Giappone, seconda gara della stagione, l’austriaco riuscì a conquistare un ottimo undicesimo posto. Questo caricò Roland, consapevole che avrebbe potuto fare di meglio.

Dopo due gare fuori continente, la Formula 1 sbarca a Imola, per il Gran Premio di San Marino, primo appuntamento europeo della stagione. Un week-end iniziato già drammaticamente con il volo di Rubens Barrichello contro le barriere alla variante bassa.

Quel brutto fine settimana

Il sabato mattina Roland Ratzenberger scese in pista cercando di ripetere la buona prestazione ottenuta  nel Gran Premio del Pacifico.

Roland Ratzenberger Imola 1994
© Wikipedia

Nella seconda sessione di qualifica: un errore alla chicane delle Acque Minerali blocca la vita dell’austriaco. Il pilota esce leggermente di pista, non si accorge di aver danneggiato l’ala anteriore e mentre si lanciava nel rettilineo tra la curva Tamburello e la curva Villeneuve dalla Simtek numero 32 si staccò l’ala anteriore infilandosi sotto la vettura. La monoposto senza controllo puntò il muretto ad oltre 300 km/h.

Sette o forse otto testacoda con pneumatici che schizzavano via come missili. Dall’abitacolo si vide il casco di Ratzenberger immobile e chino su un lato. Forse c’era anche del sangue sulla tuta bianca dell’austriaco.
I soccorsi arrivarono subito, ma non ci fu nulla da fare.
All’autodromo Enzo e Dino Ferrari, cala il silenzio.

Una frattura della base cranica fu la causa della morte. Venne estratto esanime dalla sua monoposto, il massaggio cardiaco non servì a nulla. Fu trasportato con urgenza all’Ospedale Maggiore di Bologna ma appena il tempo di arrivare presso la struttura che il pilota venne dichiarato morto, solamente nei giorni dopo fu svelato che l’austriaco morì sul colpo, sull’asfalto che tanto aveva amato.
L’evento sconvolse il paddock, con Ayrton Senna, pietrificato mentre sui monitor scorrono le immagini della tragedia. Visibilmente scosso, il brasiliano viene visto piangere all’ospedale di Bologna.

Ma nonostante la morte, il mondo della Formula 1 non rinunciò al fine settimana di sport che si concluse in modo ancor più drammatico con anche la scomparsa di Ayrton Senna, quello stesso Senna che, a fine della corsa, avrebbe onorato Roland Ratzenberger sventolando nel giro d’onore una bandiera austriaca che aveva infilato nell’abitacolo della sua Williams pochi attimi prima del via.

Ricordando Roland Ratzenberger
© Wikipedia

Ci trovi su

Linkedin Facebook Instagram
Pubblicità

Silvano Lonardo

Mi occupo di Digital Strategist. Appassionato di Formula 1, ciclismo, pallamano e Lego. Insegnante di nuoto e due volte papà.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio