La 125 S, capostipite di tutte le Ferrari, aveva un colore particolare: un bordeaux che contribuiva a renderla ammirata dal pubblico assiepato lungo il tracciato.

Fino al 1968, le livree delle auto da corsa erano determinate dalla federazione, che attribuiva un colore specifico in base alla nazionalità. All’Italia, la federazione assegnò il rosso, che venne adottato da Alfa Romeo, Ferrari e Maserati in diverse sfumature.
Dopo il 1968, la scelta delle livree fu liberalizzata, consentendo ai costruttori di dipingere le monoposto con i colori preferiti dagli sponsor. L’unica eccezione fu la Ferrari, che ha sempre mantenuto il rosso come colore distintivo. Nel corso degli anni, il rosso Ferrari ha assunto diverse tonalità, diventando un elemento iconico della sua leggenda.
Grazie ai successi sui circuiti di tutto il mondo, anche la produzione industriale del Cavallino Rampante ha visto prevalere le richieste di Gran Turismo in rosso corsa. La tonalità utilizzata per le berlinette è un rosso pastello vivace, distinto sia dal rosso scuderia sia dal celebre rosso che contribuì al successo della leggendaria 246 GT.

Per celebrare il settantesimo anniversario, la Ferrari ha dotato l’812 Superfast di un esclusivo rosso pastello, con una tonalità che funge da ponte tra il passato e il presente della fabbrica di Maranello.
In sintesi, l’uso del rosso nella produzione di serie trasforma ogni Ferrari in una vera e propria opera d’arte su ruote e conferma l’impegno della casa di Maranello nel perseguire l’eccellenza, seguendo la strada tracciata dal suo fondatore.