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Senna vs Schumacher: la rivalità tra due grandi leggende

Ripercorriamo l'antagonismo e lo scontro generazionale tra due grandi miti e titani della Formula 1 che hanno fatto sognare il mondo intero

Nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Ayrton Senna ripercorriamo la forte rivalità con Michael Schumacher

Quest’anno la Formula 1 compie 72 anni, fatti di passione, sorpassi e rivalità. Nel corso degli anni abbiamo vissuto le intramontabili lotte tra Villeneuve e Pironi, Hunt e Lauda e Prost contro Senna. La morte prematura di Senna, il campione brasiliano, ci ha privato forse di uno dei duelli più avvincenti a cui avremmo potuto assistere, quello contro Schumacher. Uno sconto tra generazioni alimentato da una rivalità che è nata sin da subito in pista. Due piloti così diversi, eppure così profondamente simili, due leggende che hanno avvicinato migliaia di persone al mondo della Formula 1.

CORREVA L’ANNO 1992

La competitività tra i due è sbocciata nel 1992. All’epoca Senna si era già affermato nel mondo delle corse confermandosi tre volte Campione del Mondo, una leggenda vivente e l’orgoglio di una Nazione intera. Schumacher, invece, che aveva fatto il proprio debutto l’anno prima, era l’astro nascente della Formula 1, il giovane irrequieto con la voglia di mostrare al mondo il suo potenziale.

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Per il brasiliano, il weekend corso a Interlagos si è rivelato particolarmente difficile. Il giorno delle qualifiche è stato costretto ad accontentarsi di un terzo posto, subito dopo le Williams, che sembravano non avere rivali. La domenica, in gara, invece, dopo aver lottato duramente contro Schumacher è stato rallentato da problemi elettrici, che lo hanno poi costretto al ritiro. Il giovane tedesco sorpassa l’eroe locale al 13esimo giro dopo numerosi tentativi.

E’ per via delle critiche che Schumacher ha mosso nei confronti di Senna che si è accesa la rivalità tra due. Infatti, alla fine della gara il giovane pilota della Benetton ha accusato il brasiliano di averlo ostacolato volutamente con manovre strategiche, senza essere a conoscenza dei problemi tecnici che la McLaren aveva avuto. Michael aveva mosso un’accusa piuttosto pesante al collega, che decise però di non controbattere. Tuttavia era innegabile che tra i due si era ormai creata una forte tensione, pronta a esplodere cinque gare più tardi.

GP DI FRANCIA 1992

La domenica del GP di Francia, che quell’anno si correva sul tracciato di Nevers Magny-Cours, la pista era leggermente bagnata. Le Williams occupavano la prima fila, mentre Senna e Schumacher la terza e la quinta posizione. Alla partenza i primi due staccano il resto del gruppo, mentre il brasiliano ha perso una posizione dando così la possibilità al tedesco di mettersi in scia. Alla Forcella Adelaide, Schumacher tenta l’attacco causando il ritiro del brasiliano e la rottura della sua ala anteriore, che tuttavia gli ha consentito di proseguire la gara.

Senna, molto arrabbiato, ha continuato per un po’ a guardare la gara dalle barriere. E’ stato il quarto ritiro in otto gare. Dopo essersi lavato e cambiato, quando ha visto che la gara è stata interrotta per la forte pioggia ha deciso di andare in griglia e parlare con Michael. Non voleva rimproverarlo per l’incidente, ma assicurarsi che non si sarebbe sfogato con la stampa. Il campione brasiliano, in maglioncino e jeans si è subito diretto verso il collega tedesco e con voce decisa lo ha affrontato.

C’era troppa confusione per poter capire l’intero discorso, ma quello che sappiamo è che i due si sono confrontati fra loro. Schumacher gli ha ricordato della manovre fatte in Brasile, mentre Senna gli ha spiegato quanto fosse importante il dialogo tra piloti. “No, non capisci e non va bene. Come oggi, hai rovinato tutto. Non succede niente, vengo e parlo con te. Non parlerò con lui, o con lui o con nessuno. Vengo a parlare solo con te, gli riferì il brasiliano. Un campione del mondo che, dall’alto della sua esperienza, ha ripreso un giovane irruento che voleva conquistare il mondo. Una lezione di vita che è passata alla storia.

SENNA-SCHUMACHER: LO SCONTRO DECISIVO

I rapporti tra due precipitarono nuovamente durante la sessione di test in Germania. Senna aveva accusato Schumacher di averlo bloccato volontariamente e pericolosamente in pista durante un suo giro veloce. Questa volta Ayrton aveva deciso che le parole non bastavano più e allora corse nel box del tedesco e lo prese per il colletto della tuta spingendolo, prima che gli uomini della McLaren lo fermassero. Quell’anno Schumacher terminò il campionato terzo, davanti a Senna per soli tre punti di vantaggio. L’anno successivo la tensione si allentò, ma principalmente perché il brasiliano era tornato a vincere più gare del tedesco.

LA RESA DEI CONTI: UN DESTINO TROPPO CRUDELE

Il 1994 sembra essere il momento decisivo, quello che ci avrebbe finalmente rivelato chi dei due piloti avrebbe avuto la meglio sull’altro. Senna aveva firmato un contratto con la Williams, mentre nel team della Benetton si sentiva aria di cambiamento. L’arrivo di Briatore, Pat Symonds, Ross Brawn, Rory Byrne e Joan Villadelprat contribuì a creare un team sempre più temibile. Si preannunciava una stagione ricca di colpi di scena, ma nessuno si aspettava il colpo più duro di sempre.

Lo stesso anno, durante il GP di Imola il mondo della Formula 1 ha perso una delle leggende che ha fatto la storia di questo meraviglioso sport. Un pilota e un uomo unico nel suo genere. Dominatore assoluto sull’acqua, determinato e forte in pista, eppure così fragile e umile fuori. Un campione di altri tempi capace di conquistare il cuore delle persone anche lontane da questo mondo. Un destino crudele lo ha portato via prima del tempo; prima di poterci far vivere nuove emozioni, nuovi sussulti e nuove imprese.

IL PASSAGGIO DEL TESTIMONE

E’ nel 1994 che il giovane pilota tedesco ha vinto il suo primo titolo mondiale. Mi piace pensare che Senna abbia passato il testimone a Schumacher, alla nuova generazione che arrivava a tutta velocità per imporsi nel mondo delle corse. Perché forse sono stati molto diversi tra loro, ma anche estremamente simili. Senna è stato considerato più freddo e cinico in pista, mentre Michael più irruente e focoso; ma entrambi così perfezionisti e appassionati.

Glielo si leggeva negli occhi che nessuno dei due avrebbe mai mollato, semplicemente perché non è mai stato nel loro DNA. Con il loro carisma sono stati capaci di smuovere le masse e di riscrivere la storia della Formula 1 diventando leggende. Ayrton e Michael sono stati, e sono tuttora, così grandi da lasciare un’eredità senza eguali. Sono così grandi da lasciare ancora un segno profondissimo nei giovani che si avvicinano al mondo delle corse, e che non possono far a meno di restare affascinati dalla straordinarietà di questi due immensi campioni.

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Chiara De Bastiani

Sono Chiara, ho 20 anni e studio scienze e tecniche psicologiche. Sono appassionata di motori e il mio amore per la Formula 1 è cresciuto piano piano insieme a me. Infatti, la seguo sin da quando ero piccolina, grazie a mio papà. Ho molte altre passioni e interessi che coltivo tra cui la danza, i viaggi, la montagna, la musica e l'arte. Sono un'inguaribile sognatrice che spera un giorno di poter lavorare in questo mondo fatto di passione, motori ed emozioni.

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