
La monoposto del 2017 si è dimostrata una macchina indovinata e, per il 2018, i tecnici Ferrari, guidati da Binotto, hanno deciso di operare in continuità con il progetto precedente. La prima cosa che salta all’occhio è l’adozione del sistema di sicurezza Halo, reso obbligatorio dalla federazione per proteggere ulteriormente i piloti in caso di urto.

A parte Halo, la somiglianza con la vettura dell’anno precedente si riscontra già nella parte anteriore, grazie ad un musetto praticamente identico. Le altre modifiche riguardano il passo, variato dai tecnici Ferrari per ottenere un comportamento più competitivo sui tracciati veloci. Anche la power unit della SF71H è stata oggetto di ottimizzazione: i tecnici sono riusciti ad aumentare l’affidabilità senza pregiudicare le prestazioni, ottenendo un incremento della potenza che sfiora i 1000 cavalli.

Le qualità della monoposto emergono sin dall’esordio in campionato: Vettel vince le prime due gare stagionali, dimostrando di voler riconquistare quanto perso nella stagione precedente, ovvero il titolo. Nelle successive competizioni, il tedesco non offre prestazioni particolarmente brillanti, ma grazie a due successi importanti in Canada e in Inghilterra, arriva in Germania pronto a staccare definitivamente Hamilton.
Il weekend tedesco è però segnato dalla notizia dei problemi di salute del presidente della Ferrari, Marchionne, che appare ormai in fin di vita. Nonostante la pole, Vettel, comodamente in testa, esce di pista, probabilmente per un errore di valutazione. L’evento mina la tenuta nervosa del tedesco e provoca un calo delle prestazioni, permettendo al fuoriclasse della Mercedes di approfittare delle defaillance dell’avversario storico.
In conclusione, la SF71H ha ottenuto 6 pole e 6 vittorie, risultati importanti ma non sufficienti per tornare a vincere un campionato.