Stefan Johansson: l’occasione mancata
Dopo aver ben figurato al GP d Italia e al GP di Portogallo del 1984, Stefan Johansson mai si sarebbe aspettato che tra gli spettatori di quel Gran Premio ci fu una persona che lo notò e annotò il suo nome.
La stagione 85 per lo svedese iniziò in modo incerto, non un contratto certo, ma certamente delle apparizioni non lo galvanizzavano quando ricevette una telefonata che
gli cambio la vita.
Il direttore sportivo della Ferrari, Piccinini lo contattò per sostituire Arnoux, licenziato da Ferrari per motivi mai del tutto chiariti.
Dopo il battesimo a Fiorano, una settimana di collaudi estenuanti, lo svedese debutta in Portogallo come seconda guida di Alboreto.
Nel giorno della consacrazione di Senna Johanson cogli un onorevole ottavo posto e si prepara a debuttare a Imola dove la Ferrari conta di ben figurare.
in qualifica fatica ma in gara sembra dare ragione al fiuto del Drake, rimonta fino a ritrovarsi in testa, ma un bicchiere di benzina in meno lo fa fermare a poche curve dall’arrivo.
La sfortuna patita in Emilia lo catapulta nel cuore dei tifosi, In Canada ottiene un ottimo secondo posto, dietro al proprio compagno, a Detroit e nuovamente secondo.
In Francia deve combattere con una Ferrari che non ne vuole sapere di andare, rimonta dal sedicesimo posto e arriva quarto.
Nonostante stia ben figurando, su di lui aleggia il fantasma di DeAngelis, che in rotta con la Lotus, pare sia in procinto di accasarsi a Maranello.
La Ferrari precipita in una crisi tecnica senza precedenti e Ferrari decide che i piloti non sono responsabili della debacle in pista e li conferma entrambi.
Alla fine della stagione concluse settimo e ripone speranze di vittoria per il 1986.
per la stagione 86 la Ferrari dichiarò di non poter conquistare il titolo, il reparto corse non aveva le idee chiare e diede alla luce una macchina bella ma non competitiva.
Secondo i piloti la f1 86 era dotata di una velocita elevatissima ma mancava totalmente di grip aerodinamico per cui risultava molto difficile da guidare.
La stagione di Stefan Johansson fu flagellata da diversi problemi, a Imola riuscì ad ottenere i primi punti e in Belgio conquistò il primo podio stagionale.
Solo in Austria e in Italia riuscì a dare buona prova di se e conquistare il gradino più basso del podio. Nonostante l impegno la Ferrari decise di non confermarlo per il 1987, lo svedese ci rimase molto male, infatti alla fine della stagione si sarebbe classificato quinto, davanti al proprio compagno.
Allo svedese veniva rinfacciato la mancanza di grinta nel giro secco in prova e forse anche una certa mancanza nel collaudare le macchine.
Licenziato dalla Ferrari, venne assunto dalla McLaren, dove si accontentò di un contratto annuale, per il 1988 era gia stato ingaggiato Senna e lo svedese non sarebbe stato in ogni caso confermato.
Nonostante la McLaren fosse una macchina nervosa lo svedese si comportò bene al Gran Premio d’Austria fu anche protagonista di uno strano incidente, quando investi un cervo a 250 all ora procurandosi la frattura di una costola.
Uscito dalla McLaren si accasò in scuderie di secondo piano tanto che lo portò a debuttare in altre categorie come la Cart in America ma nonostante la conquista del titolo di rookie of the years lasciò la categoria spaventato dai troppi incidenti gravi.
Le sue qualità di pilota affidabile e resiliente lo portarono a ribalta nelle gare di durata dove vinse la 12 ore di Sebring e la 24 ore di Le mans.
Quando nel 1986 avvenne l incidente mortale di De Angelis, Stefan Johansson ne omaggiò la memoria con una serie di pitture.
Attualmente vive in California e continua la sua carriera di artista risultando molto apprezzato.