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Sviluppo senza progresso

In attesa di ricevere da Maranello novità su chi sarà il prossimo team principal, è doveroso da parte nostra cercare di capire in quale momento il rapporto tra la Binotto e la Ferrari, si è incrinato definitivamente.
Premesso che sono da sempre un fautore della stabilità, e le “ere” Forghieri e Todt sembrano darmi ragione, è indubbio che quest’anno c’è stato un momento che fatto saltare la pax ferrarista tra proprietà e team principal.

Dopo le magre figure scaturite dall’accordo segreto del 2020, Binotto e la Ferrari avevano dato appuntamento a questa stagione che, grazie al cambio di regolamenti, la Ferrari sarebbe tornata protagonista.

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Dopo un apertura di stagione decisamente al galoppo, a Imola, la rossa deve alzare bandiera bianca a una RedBull rinata dopo l up grade imposto da Newey.

La scuderia emiliana s’interroga sul motivo di tale sconfitta, la proprietà chiede un pronto riscatto, e in Spagna la squadra si presenta fiduciosa e ottimista.
In terra iberica la Ferrari domina, Leclerc conquista una pole “accecante” e si candida alla vittoria.
Il suo peggior avversario, Verstappen, deve combattere con una monoposto talmente alleggerita da mandare in crisi il dispositivo Drs.

Il giorno della corsa la Ferrari numero 16 s’invola dal semaforo e da l’impressione di essere tornata la dominatrice di inizio stagione. Con un colpo di scena degno di Hitchkock la Ferrari in testa deve ritirarsi per un problema al motore.

La scuderia s’interroga e Binotto “deve capire“, a Monaco la rossa potrebbe tornare padrona del proprio destino ma gli errori al muretto regalano alla Red Bull una vittoria insperata.
La gara monegasca, oltre a mettere in evidenza una debolezza strategica del muretto rosso, maschera i problemi della rossa, che illusa di averli risolti, guarda a Baku per riprendersi la vittoria.
In terra azera la Ferrari e Leclerc tornano a dominare ma quando è saldamente in testa, una nuvola di fumo lo ferma lasciando a Verstappen la vittoria.

La Ferrari si perde in se stessa, Binotto capisce che la stagione è finita e forse anche la sua carriera in Ferrari iniziata ormai 28 anni fa.

L’ingegnere Reggiano, convinto di essere il nuovo Forghieri, si rende conto che sarà difficile spiegare a una proprietà che non lo ama ma lo sopporta, che bisogna tornare indietro nello sviluppo, penalizzare il motore e scaricare le ali per ottenere velocità.
La vittoria in Austria è un palliativo per una macchina ormai sotto dimensionata, in casa Red Bull è la padrona di casa a segnare il passo con un assetto poco efficace, ma avrebbe potuto vincere in Inghilterra senza l incidente iniziale di Verstappen, a Silverstone i tempi dell’olandese erano più che buoni e avrebbero permesso di aggiudicarsi la corsa.

La F1 75 è stata sviluppata senza progressi e Binotto ha negato l’evidenza dei fatti con atteggiamenti altezzosi e sfidanti nei confronti dei media.
Da quel momento la Ferrari e il suo team principal di fatto divorziano, il sogno di vincere diventa l incubo di perdere, ad aggravare la situazione è il rapporto con Leclerc, stella che inizia a brillare ma non abbastanza maturo da abbagliare. Dopo il Gran Premio del Brasile, l’entourage del pilota fa trapelare che il monegasco non disdegna l interessamento di altre scuderie.

È la goccia che fa traboccare il vaso di una gestione dove il presidente ha brillato per assenza, quasi a voler stigmatizzare che gli uomini sul ponte di comando non erano i suoi ma quelli della gestione precedente targata Marchionne.
Dopo un inutile tira e molla il Ceo Vigna ringrazia Mattia e lo congeda ma è assurdo che lo si faccia lavorare al suo posto fino a fine anno. Dall’esterno sembra che la Ferrari stia brancolando nel buio perchè per media e tifosi è impossibile accettare che il direttore che hai spinto alle dimissioni sia ancora al suo posto a impostare tutto il lavoro e lo scadenziario dei fornitori.

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Federico Sandoli

Esperto di logistica e trasporti, sempre pronto a recepire le novità ed a proporre soluzioni operative innovative. Lettore accanito, con una passione particolare per la scienza, la medicina ed…i supereroi. Iscritto al Club Ferrari di Maranello dalla nascita, curo da sempre la mia passione per la Ferrari e la F1 in genere. Colleziono modellini che posiziono rigorosamente in funzione del periodo dell’anno e degli eventi legati a piloti e case costruttori e custodisco gelosamente alcune lettere autografe oggetto di uno scambio di corrispondenza con l’Ing. Ferrari.

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