Tambay nuovo eroe
Dopo gli eventi di Zolder, Ferrari, seppur ancora scosso per la scomparsa di Villeneuve, motiva la squadra al massimo confermando l’impressione che, nonostante l’età, il Drake è un uomo ancora dal temperamento giovane, con una grinta non comune per un uomo di quell’età, ma soprattutto vuole vincere il titolo per dedicarlo al canadese scomparso.
Dopo aver sfiorato la vittoria a Monaco, la rossa ha ancora qualche problema ad adattarsi alle gomme Good Year e, per cercare di ovviare al problema, la scuderia decide di usare il sostituto di Gilles, Tambay, che sta cominciando il percorso di adattamento alla monoposto di Maranello e sta dimostrando buone doti da collaudatore.
Dopo la gara di Zandvoort, dominata da Pironi, è ormai chiaro che il mondiale si sta trasformando in una formalità per il pilota della Ferrari. Per un Pironi che vince e convince, c’è un Didier che non ha ancora superato i fatti di Imola e Zolder. Addirittura in Belgio viene fotografato mentre cammina visibilmente commosso, mentre tiene il casco del pilota scomparso pochi attimi dopo l’incidente.
Sarà forse il senso di colpa latente, ma da Zolder in poi, Didier è portato ad esagerare, arrivando addirittura a mandare in crisi il matrimonio dopo pochi mesi.
Didier in pista diventa Pironi e si trasforma in un abile calcolatore di risultati intermedi, che lo porta ad arrivare in Germania in testa alla classifica mondiale.
Ad Hockenheim, la Ferrari è la macchina da battere: al venerdì, Pironi ottiene la pole position e Tambay, sulla 27, nonostante sappia di essere solo un sostituto, dà l’idea di poter aiutare il compagno durante la gara.
Nella notte tra venerdì e sabato, Pironi decide di passarla in dolce compagnia, arrivando il mattino dopo con un notevole ritardo ai box. Probabilmente il leader del mondiale, vista la pioggia battente, pensa di non uscire in pista e dedica le sue attenzioni ad altro.
Al suo arrivo nei box, l’aspetto disordinato irrita non poco Forghieri, che per dargli una svegliata lo manda in pista nonostante la pioggia.
Pironi con la sua 28 si lancia in pista con una grinta superflua, inutile e dopo pochi minuti il monitor del circuito inquadra la Ferrari semidistrutta, con l’abitacolo distrutto e il pilota cosciente gravemente ferito, con le gambe piegate in modo innaturale.
Piccinini e Forghieri passano le consegne alla squadra e si preparano ad andare col pilota all’ospedale. Tambay rimane l’unica Ferrari in pista e la squadra non può ignorarla.
Allo scattare del verde, Arnoux prende il comando seguito da Piquet, partito con mezza benzina nei serbatoi per cercare di attuare il rifornimento a metà gara.
Con la macchina leggera, Piquet non ha difficoltà ad attaccare la Renault di Arnoux e prende il comando.
Le macchine francesi provano a tenere il ritmo della Brabham, con il risultato di fiaccare il motore e consumare eccessivamente i pneumatici. Dopo qualche giro condotto a ritmo prudenziale per testare la consistenza delle nuove gomme Good Year, Tambay avvicina e passa Arnoux. Una volta secondo, il ferrarista decide di mantenersi a distanza di sicurezza dalla Renault, ma evita di andare a prendere il campione del mondo per prepararsi a sfidarlo nel finale di gara.
Al giro 28, nel tentativo di doppiare Salazar, il campione del mondo viene speronato dal cileno ed entrambi partono in testacoda, ritirandosi.
La reazione di Piquet è rabbiosa: sceso dalla sua monoposto, il campione del mondo raggiunge il pilota ATS e lo colpisce con calci e pugni.
Mentre è in corso il match di box fuori programma, Tambay prende il comando della gara e comincia a gestire il proprio vantaggio sulla Renault di Arnoux, incrementandolo leggermente giro dopo giro.
Consolidate le posizioni di testa, il pubblico assiste al duello tra Rosberg e Laffitte, che si risolve con un errore del francese alla prima curva, lasciando al pilota Williams la strada per il podio.
Tambay conclude i 45 giri della gara in prima posizione, vincendo in modo inaspettato e riportando la 27 sul gradino più alto del podio.
Nonostante la vittoria della Ferrari, la Formula Uno si interroga: le macchine sono troppo pericolose e troppi incidenti gravi rischiano di avere un effetto negativo sull’opinione pubblica.
Germania 1982: la classifica finale
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 27 | Patrick Tambay |
Ferrari | 01:27:25.178 | 45 |
5 |
9 |
2 | 16 | René Arnoux |
Renault | 01:27:41.557 | 45 |
3 |
6 |
3 | 6 | Keke Rosberg |
Williams | +1 lap | 44 |
9 |
4 |
4 | 3 | Michele Alboreto |
Tyrrell | +1 lap | 44 |
7 |
3 |
5 | 23 | Bruno Giacomelli |
Alfa Romeo | +1 lap | 44 |
11 |
2 |
6 | 29 | Marc Surer |
Arrows | +1 lap | 44 |
26 |
1 |
7 | 4 | Brian Henton |
Tyrrell | +1 lap | 44 |
17 |
0 |
8 | 14 | Roberto Guerrero |
Ensign | +1 lap | 44 |
21 |
0 |
9 | 12 | Nigel Mansell |
Lotus | +2 laps | 43 |
18 |
0 |
10 | 35 | Derek Warwick |
Toleman | +2 laps | 43 |
14 |
0 |
11 | 20 | Chico Serra |
Fittipaldi | +2 laps | 43 |
25 |
0 |
RIT | 7 | John Watson |
McLaren | Suspension failure | 36 |
10 |
0 |
RIT | 26 | Jacques Laffite |
Ligier | Handling | 36 |
15 |
0 |
RIT | 5 | Derek Daly |
Williams | Engine | 25 |
19 |
0 |
RIT | 18 | Raul Boesel |
March | Tyre | 22 |
24 |
0 |
RIT | 11 | Elio de Angelis |
Lotus | Handling | 21 |
13 |
0 |
RIT | 1 | Nelson Piquet |
Brabham | Collision | 18 |
4 |
0 |
RIT | 10 | Eliseo Salazar |
ATS | Collision | 17 |
22 |
0 |
RIT | 15 | Alain Prost |
Renault | Injection | 14 |
2 |
0 |
RIT | 2 | Riccardo Patrese |
Brabham | Engine | 13 |
6 |
0 |
RIT | 22 | Andrea de Cesaris |
Alfa Romeo | Gearbox | 9 |
8 |
0 |
RIT | 25 | Eddie Cheever |
Ligier | Fuel System | 8 |
12 |
0 |
RIT | 30 | Mauro Baldi |
Arrows | Fuel System | 6 |
23 |
0 |
RIT | 31 | Jean-Pierre Jarier |
Osella | Steering | 3 |
20 |
0 |
RIT | 9 | Manfred Winkelhock |
ATS | Clutch | 3 |
16 |
0 |
DNS | 28 | Didier Pironi |
Ferrari | Practice accident | 0 |
1 |
0 |
DNQ | 33 | Tommy Byrne |
Theodore | No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 17 | Rupert Keegan |
March | No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 36 | Teo Fabi |
Toleman | No Time | 0 |
0 |