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2000-2009Formula 1On this day

Ungheria 2005, l’illusione Ferrari e il trionfo di Raikkonen

Schumi perde l'appuntamento con la vittoria, accusando le Bridgestone. Sorride il finlandese che riprende la caccia ad Alonso

Doveva essere il GP della redenzione Ferrari, e invece no. Eppure, in quella corsa d’Ungheria di sedici anni fa, i presupposti erano tutti a favore della Rossa, in un’annata disgraziata. La prima, dopo l’abbuffata di vittorie degli anni precedenti, quando Michael Schumacher chiudeva i giochi a metà estate. Nel 2005 non sarà così: la Ferrari e le gomme Bridgestone bisticciano, così a prendere la ribalta sono due ragazzini scatenati: Fernando Alonso su Renault, appena 24 anni, e Kimi Raikkonen su McLaren, 25.

L’equilibrio sembra cambiare nelle qualifiche di quel GP d’Ungheria 2005, ma durerà il tempo di un sospiro. Pole di Schumacher, e che pole: ben nove sono i decimi rifilati al secondo, Juan Pablo Montoya. Mentre i due aspiranti al titolo sembrano persi: solo 4° Raikkonen, addirittura 6° Alonso. La corsa, però, restituisce al vertice quella che è l’auto più veloce (e inaffidabile) della stagione, ossia la McLaren.

Grande assente è invece la sua sfidante Renault: colpa di Alonso, che alla prima curva tampona la Toyota di Ralf Schumacher, ritrovandosi con l’ala anteriore fuori uso. L’asturiano è costretto a una sosta supplementare ai box e da lì comincia la sua agonia. Terminerà undicesimo, unica macchia di una stagione quasi perfetta. E spunta il nome di una misteriosa fidanzata che avrebbe rapito il cuore di Fernando in quel weekend di mezza estate: la stampa addebita la debacle dell’asturiano pure a quel fantomatico flirt…

La scena, davanti, è tutta per Ferrari e McLaren. Non solo: all’epoca non c’era il monogomma, così il duello si riverberava tra i fornitori di pneumatici, Bridgestone per la Rossa e Michelin per le Frecce d’argento. Così, nella lista delle giustificazioni di una eventuale sconfitta, trovava puntualmente spazio il tema gomme. Per la cronaca, la spunterà la McLaren di Raikkonen, e per Schumi sembra quasi un dejavù dei duelli con Hakkinen. Del resto, parliamo sempre di un pilota finlandese al volante di una McLaren.

Kimi si ferma due volte ai box, fotocopiando la strategia della Rossa. La differenza la fa la seconda metà di gara, quando la F2005 cede il passo alla McLaren. Ed ecco l’invettiva verso le gomme: “Avete visto tutti come è andata – si giustifica Michael – Fino al 38° passaggio le mie Bridgestone hanno retto bene, poi non avevo scampo contro le Michelin della McLaren. I 35 secondi di ritardo da Kimi li ho sommati tra il 38° e il 70° giro, e anche la Toyota di mio fratello Ralf (che chiude terzo, con le Michelin, n.d.r.) era più rapida di noi sul finale. Ma non sarebbe riuscito a superarmi, perché passare qui è piuttosto ostico”.

Peccato, perché il bilancio di quel 2005, per la Ferrari, riporterà un’unica vittoria, quella nel clima surreale di Indianapolis, con sei vetture al via. Un successo in Ungheria avrebbe almeno rimpolpato il bilancio di una stagione disgraziata.

Stagione che chiude un’era: a fine anno farà le valigie Rubens Barrichello, lo scudiero di Schumi nell’epopea dei trionfi. Le voci del suo addio alla Ferrari per l’anno seguente serpeggiano nel paddock di Budapest, messe in giro da Nelson Piquet. La risposta di Barrichello non si lascia attendere: “Nelson? Pensi a suo figlio Nelsinho, che corre in GP2 e non mi sembra stia andando così forte. Ma non fatemi dire altro…”. Le prestazioni di Rubens, però, lasciano intendere che qualcosa si è rotto tra lui e la Ferrari: all’Hungaroring, il brasiliano è solo decimo, lontano dalla zona punti.

Per il resto, il GP d’Ungheria 2005 segnala l’ennesima dimostrazione della fragilità McLaren, che incassa il ritiro di Montoya. Come le Moire dei poemi omerici, la mala sorte colpisce a ogni GP uno degli alfieri McLaren. A Hockenheim era toccato a Kimi, stavolta è il turno del colombiano. Nel frattempo, i punti di divario tra Raikkonen e il fuggitivo Alonso si riducono a 26: ancora troppi per illudere il finlandese. Infatti pochi mesi dopo, a Interlagos, lo spagnolo di Oviedo scriverà una bella pagina di storia diventando il più giovane campione di Formula 1. Ma sarà un record effimero.

GP UNGHERIA 2005, ORDINE D’ARRIVO

Pos No Pilota Team Tempo Giri Griglia Punti
1 9 Finland Kimi Räikkönen
United Kingdom McLaren 01:37:25.552 70
4
10
2 1 Germany Michael Schumacher
Italy Ferrari 01:38:01.133 70
1
8
3 17 Germany Ralf Schumacher
Japan Toyota 01:38:01.681 70
5
6
4 16 Italy Jarno Trulli
Japan Toyota 01:38:19.773 70
3
5
5 3 United Kingdom Jenson Button
United Kingdom BAR 01:38:24.384 70
8
4
6 8 Germany Nick Heidfeld
United Kingdom Williams 01:38:33.927 70
12
3
7 7 Australia Mark Webber
United Kingdom Williams +1 lap 69
16
2
8 4 Japan Takuma Sato
United Kingdom BAR +1 lap 69
10
1
9 6 Italy Giancarlo Fisichella
France Renault +1 lap 69
9
0
10 2 Brazil Rubens Barrichello
Italy Ferrari +1 lap 69
7
0
11 5 Spain Fernando Alonso
France Renault +1 lap 69
6
0
12 19 India Narain Karthikeyan
Ireland Jordan +3 laps 67
18
0
13 18 Portugal Tiago Monteiro
Ireland Jordan +4 laps 66
20
0
14 12 Brazil Felipe Massa
Switzerland Sauber +7 laps 63
14
0
NC 21 Netherlands Christijan Albers
Italy Minardi +11 laps 59
17
0
RIT 11 Canada Jacques Villeneuve
Switzerland Sauber Engine fire 56
15
0
RIT 10 Colombia Juan Pablo Montoya
United Kingdom McLaren Driveshaft 41
2
0
RIT 20 Netherlands Robert Doornbos
Italy Minardi Hydraulic 26
19
0
RIT 14 United Kingdom David Coulthard
Austria Red Bull Accident 0
13
0
RIT 15 Austria Christian Klien
Austria Red Bull Accident 0
11
0

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Luca De Franceschi

Sono Luca, studio Lettere e seguo la Formula 1 da una decina d'anni. Mi sono appassionato a questo sport durante l'era dei successi di Michael Schumacher con la Ferrari, per poi assistere alle prime vittorie di Fernando Alonso, Lewis Hamilton e Sebastian Vettel. A casa ho diversi DVD sulla storia di questo sport, che mi hanno fatto conoscere i piloti e le auto del passato. Ho anche la passione dei kart, sui quali ogni tanto vado a girare.

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