Figlio del grande Gilles, quando il padre volò in cielo, Tambay, grande amico del pilota canadese lo prese sotto la sua ala protettiva.
Appena due anni dopo la morte del padre, il giovane Villeneuve decise di troncare la carriera scolastica per dedicarsi al motorsport.

Dimostra subito un talento acerbo ma riesce comunque a mettersi in luce in diverse categorie sia in Italia sia in Giappone.
Trasferitosi negli Usa le sue capacità non passarono inosservate e riuscì a debuttare nella formula CART dove ottenne la nomina di “Rookie of the Year“.
Nel 95 Jaques è ormai una stella del motorsport usa e vincendo la 500 miglia di Indianapolis si appresta a diventare il nuovo campione della categoria.
Ormai parlano tutti di lui, in America e in Europa, ormai non è solo il figlio di Gilles ma un pilota di talento con un futuro radioso davanti.
Nonostante le tante attenzioni l’unico che scommette sul giovane canadese e Frank Williams che lo vuole in squadra affiancandolo ad un altro figlio d arte Damon Hill. I due sono diversissimi, Hill può contare su un esperienza che gli evita di cadere in errori mentre Villeneuve fa affidamento tutto sulla grinta e la spregiudicatezza. In Australia, in apertura di stagione, ottiene la pole e solo qualche errore di troppo non gli consente di conquistare la prima vittoria.
L’appuntamento però e rimandato di quattro corse, in Germania da un saggio della sua guida e tiene dietro un fenomenale Schumacher.
Il campionato 1996 è una sfida tutta in casa Williams, solo l’esperienza maturata in tanti anni di gavetta, permettono a Hill di presentarsi a Suzuka in testa e in condizione di coronare il sogno di diventare campione. In Giappone Hill diventa campione il team Williams capisce che l inglese ormai è arrivato al capolinea e per il 97 decidono di puntare tutto sul giovane canadese.
La nuova Williams è una macchina eccezionale ma deve affrontare la concorrenza della Ferrari di Schumacher. Dopo un avvincente testa a testa i due arrivano all ultimo Gran Premio staccati di un punto. In gara, dopo un assolo iniziale di Schumacher, Villeneuve recupera il distacco e tenta il tutto per tutto con un sorpasso che sorprende il tedesco che istintivamente lo chiude.

Il contatto tra i due e inevitabile ma aver la peggio è proprio il tedesco che in vista del traguardo mondiale vede affossare il tutto nella ghiaia con la macchina danneggiata. Con la macchina claudicante Villeneuve continua e arrivando terzo conquista quel titolo sfuggito anni prima al padre.
La stagione ’98 si apre nel peggiore dei modi, la Williams perde la fornitura dei motori Renault, e col canadese spariscono dalle posizioni di testa.
Stanco di correre senza obiettivi si trasferisce alla Bar, neonata scuderia americana che nutre ambizioni mondiali. Dopo una prima stagione interlocutoria, grazie alla motorizzazione Honda nel 2001 chiude spesso a punti classificandosi 7° nel campionato del mondo.
Entusiasta non ci pensa due volte a rinnovare il contratto per altre tre stagioni, ma il canadese non è più quello di una volta, la parabola discendente è ormai intrapresa. Dopo un anno sabbatico riappare alla guida di Renault e Sauber ma senza nessun risultato di rilievo. Nel 2004 decide di appendere il casco al chiodo convertendo la sua carriera in esperto e critico feroce per le Sky.

I suoi commenti sono spesso taglienti ma mai banali lasciano trasparire una passione mai sopita. La Vanwall intuisce questo tormento dell’anima del canadese e gli offre di correre il WEC associando il suo nome agli storici piloti che hanno reso grandi la Wanwal di F1 come Moss e Brooks.
A tanti anni dal suo debutto e dalle sue vittorie mondiali Villeneuve si dimostra sempre più erede di Gilles, indimenticato cavaliere del rischio.